La guida di Fortuna

Fortuna
La guida di Fortuna

Le Guide ai Quartieri

Dietro ai Bastioni di Porta Volta si estende, per circa un chilometro una via pedonale lungo la quale si vedono passare alcune biciclette e vetture autorizzate: la pavimentazione è stata rinnovata nei primi anni Duemila, con ai lati delle piccole aiuole. La via è prettamente commerciale e in prevalenza vede sorgere gli esercizi cinesi che dall’inizio del Novecento trovarono posto in questo angolo di Milano e che da allora hanno trovato casa in pianta stabile in via Sarpi. Il quartiere si sviluppa in lunghezza, manco a dirlo, come fosse un dragone cinese, con delle viette più piccole che si aprono lungo i lati. Davanti si apre il nuovissimo edificio a piramide in vetro, nuova sede della Feltrinelli e nelle vicinanze si raggiunge facilmente Brera, l’Arco della Pace in Sempione e il quartiere Isola.
115 persone del luogo consigliano
Via Paolo Sarpi
Via Paolo Sarpi
115 persone del luogo consigliano
Dietro ai Bastioni di Porta Volta si estende, per circa un chilometro una via pedonale lungo la quale si vedono passare alcune biciclette e vetture autorizzate: la pavimentazione è stata rinnovata nei primi anni Duemila, con ai lati delle piccole aiuole. La via è prettamente commerciale e in prevalenza vede sorgere gli esercizi cinesi che dall’inizio del Novecento trovarono posto in questo angolo di Milano e che da allora hanno trovato casa in pianta stabile in via Sarpi. Il quartiere si sviluppa in lunghezza, manco a dirlo, come fosse un dragone cinese, con delle viette più piccole che si aprono lungo i lati. Davanti si apre il nuovissimo edificio a piramide in vetro, nuova sede della Feltrinelli e nelle vicinanze si raggiunge facilmente Brera, l’Arco della Pace in Sempione e il quartiere Isola.

Visite turistiche

Al centro della vasta piazza Sempione, che funge da testata della strada del Sempione, sorge questo austero e imponente monumento, iniziato nel 1807 da Luigi Cagnola in piena euforia napoleonica, con ai lati i caselli realizzati sia per la riscossione del dazio, sia per la delimitazione del territorio urbano rispetto alla campagna. In granito di Baveno, con rivestimento in marmo di Crevola d'Ossola, alta 25 metri e larga 24, l'imponente opera è ispirata ai modelli romani cari alla cultura neoclassica del '700 e del primo '800 e rappresenta un alto esempio di arte neoclassica. Il monumento si compone di tre porte ad arco, fiancheggiate da colossali colonne corinzie scanalate e sormontato dalla Sestiga della Pace, bronzo di Abbondio Sangiorgio, un cocchio trainato da sei cavalli che accoglie Minerva in Pace, statua di oltre 4 metri di altezza e pesante più di 10 tonnellate, accompagnata da quattro "Vittorie a cavallo" opera di Giovanni Putti. Sopra la trabeazione sono raffigurati i quattro fiumi principali del Lombardo-Veneto (Po, Ticino, Adige e Tagliamento). Una ricca decorazione plastica, nello stile accademico di inizio '800 si svolge sulle fronti e sui lati con esuberanti ornamenti e bassorilievi, per lo più sui temi della Restaurazione Con il ritorno agli Asburgo mutò anche il suo scopo commemorativo: da Arco della Vittoria, in ricordo della battaglia di Jena in Turingia (Germania) vinta dai Francesi nell'ottobre del 1806, ad Arco della Pace. Sui due frontali dell'attico si trovano le iscrizioni dell'entrata di Napoleone III e Vittorio Emanuele II del 1859, che sostituirono le precedenti iscrizioni fatte per Francesco I e Ferdinando I. Entrando a Milano si legge: "Entrando coll'armi gloriose / Napoleone III e Vittorio Emanuele II liberatori / Milano esultante cancellò da questi marmi / le impronte servili / e vi scrisse l'indipendenza d'Italia / MDCCCLIX". Uscendo da Milano troviamo invece scritto: "Alle speranze del Regno Italico / auspice Napoleone I / i Milanesi dedicarono l'anno MDCCCVII / e francati da servitù / felicemente restituirono / MDCCCLIX".
353 persone del luogo consigliano
Arco della Pace
Piazza Sempione
353 persone del luogo consigliano
Al centro della vasta piazza Sempione, che funge da testata della strada del Sempione, sorge questo austero e imponente monumento, iniziato nel 1807 da Luigi Cagnola in piena euforia napoleonica, con ai lati i caselli realizzati sia per la riscossione del dazio, sia per la delimitazione del territorio urbano rispetto alla campagna. In granito di Baveno, con rivestimento in marmo di Crevola d'Ossola, alta 25 metri e larga 24, l'imponente opera è ispirata ai modelli romani cari alla cultura neoclassica del '700 e del primo '800 e rappresenta un alto esempio di arte neoclassica. Il monumento si compone di tre porte ad arco, fiancheggiate da colossali colonne corinzie scanalate e sormontato dalla Sestiga della Pace, bronzo di Abbondio Sangiorgio, un cocchio trainato da sei cavalli che accoglie Minerva in Pace, statua di oltre 4 metri di altezza e pesante più di 10 tonnellate, accompagnata da quattro "Vittorie a cavallo" opera di Giovanni Putti. Sopra la trabeazione sono raffigurati i quattro fiumi principali del Lombardo-Veneto (Po, Ticino, Adige e Tagliamento). Una ricca decorazione plastica, nello stile accademico di inizio '800 si svolge sulle fronti e sui lati con esuberanti ornamenti e bassorilievi, per lo più sui temi della Restaurazione Con il ritorno agli Asburgo mutò anche il suo scopo commemorativo: da Arco della Vittoria, in ricordo della battaglia di Jena in Turingia (Germania) vinta dai Francesi nell'ottobre del 1806, ad Arco della Pace. Sui due frontali dell'attico si trovano le iscrizioni dell'entrata di Napoleone III e Vittorio Emanuele II del 1859, che sostituirono le precedenti iscrizioni fatte per Francesco I e Ferdinando I. Entrando a Milano si legge: "Entrando coll'armi gloriose / Napoleone III e Vittorio Emanuele II liberatori / Milano esultante cancellò da questi marmi / le impronte servili / e vi scrisse l'indipendenza d'Italia / MDCCCLIX". Uscendo da Milano troviamo invece scritto: "Alle speranze del Regno Italico / auspice Napoleone I / i Milanesi dedicarono l'anno MDCCCVII / e francati da servitù / felicemente restituirono / MDCCCLIX".

Salute-benessere-natura

Parco Sempione ha un'estensione di oltre 47 ettari e presenta delle vaste zone alberate con prati e arbusti e un grazioso lago artificiale abitato da anatre. Gli edifici del parco Oltre alle varie specie animali e vegetali, nel parco si possono osservare degli edifici interessanti: Il Palazzo dell’Arte de La Triennale: la Fondazione Triennale promuove, all'interno del Palazzo dell’Arte, lo sviluppo dell'arte e dell’architettura contemporanea in Italia. Acquario Civico: costruito per l’Esposizione Nazionale del 1906, l’acquario del Parco Sempione dispone di 36 vasche in cui vivono più di 100 specie di pesci. Arena Civica: inaugurata nel 1806 sotto Napoleone, l’Arena Civica è un anfiteatro impressionante in cui attualmente si realizzano dei concerti e delle gare d’atletica. L’Arco della Pace: questa costruzione fu edificata nel 1807 per commemorare le vittorie di Napoleone, e fu ricostruita nel 1826 per celebrare la pace del 1815.Il Parco Sempione è un angolo verde molto rilassante, dove sia i turisti che i milanesi riposano nei giorni più caldi. L’unico inconveniente è che gli alberi proiettano la loro ombra soltanto nei giardini, mentre la maggior parte delle vie del parco rimane costantemente esposta al sole.
1487 persone del luogo consigliano
Parco Sempione
Piazza Sempione
1487 persone del luogo consigliano
Parco Sempione ha un'estensione di oltre 47 ettari e presenta delle vaste zone alberate con prati e arbusti e un grazioso lago artificiale abitato da anatre. Gli edifici del parco Oltre alle varie specie animali e vegetali, nel parco si possono osservare degli edifici interessanti: Il Palazzo dell’Arte de La Triennale: la Fondazione Triennale promuove, all'interno del Palazzo dell’Arte, lo sviluppo dell'arte e dell’architettura contemporanea in Italia. Acquario Civico: costruito per l’Esposizione Nazionale del 1906, l’acquario del Parco Sempione dispone di 36 vasche in cui vivono più di 100 specie di pesci. Arena Civica: inaugurata nel 1806 sotto Napoleone, l’Arena Civica è un anfiteatro impressionante in cui attualmente si realizzano dei concerti e delle gare d’atletica. L’Arco della Pace: questa costruzione fu edificata nel 1807 per commemorare le vittorie di Napoleone, e fu ricostruita nel 1826 per celebrare la pace del 1815.Il Parco Sempione è un angolo verde molto rilassante, dove sia i turisti che i milanesi riposano nei giorni più caldi. L’unico inconveniente è che gli alberi proiettano la loro ombra soltanto nei giardini, mentre la maggior parte delle vie del parco rimane costantemente esposta al sole.

Arte-Musei-Cultura

Aperto al pubblico nel 1881, amatissimo sia dai milanesi che dal pubblico internazionale, il Museo Poldi Pezzoli incanta non solo per il fascino degli ambienti, che evocano le epoche del passato dal Medioevo al Settecento fino all’Armeria reinterpretata dall’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro, ma anche per la varietà e ricchezza delle raccolte. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellane, vetri, mobili, orologi solari e meccanici: oltre 5000 oggetti straordinari, dall’antichità al XIX secolo, immersi in una atmosfera magica.
155 persone del luogo consigliano
Museo Poldi Pezzoli
12 Via Alessandro Manzoni
155 persone del luogo consigliano
Aperto al pubblico nel 1881, amatissimo sia dai milanesi che dal pubblico internazionale, il Museo Poldi Pezzoli incanta non solo per il fascino degli ambienti, che evocano le epoche del passato dal Medioevo al Settecento fino all’Armeria reinterpretata dall’artista contemporaneo Arnaldo Pomodoro, ma anche per la varietà e ricchezza delle raccolte. Capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellane, vetri, mobili, orologi solari e meccanici: oltre 5000 oggetti straordinari, dall’antichità al XIX secolo, immersi in una atmosfera magica.
Il palazzo, sorto su di un antico convento trecentesco dell’ordine degli Umiliati e successivamente passato ai Gesuiti che vi stabilirono una scuola, conobbe l’assetto attuale, solido e austero, a partire dall’inizio del Seicento ad opera di Francesco Maria Richini.Nel 1773, a seguito dello scioglimento dei Gesuiti, il Collegio di Brera divenne proprietà dello Stato e l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria volle farne sede di alcuni dei più avanzati istituti culturali della città: oltre all’Accademia di Belle Arti e all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto BotanicoIncaricato della progettazione e prosecuzione dei lavori fu Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del Neoclassicismo in Italia. A lui si devono la sistemazione della biblioteca (un salone è visibile dalla sala I della Pinacoteca), il solenne portale di ingresso su via Brera, ed il completamento del cortile, al cui centro fu posta nel 1859 la statua bronzea che raffigura Napoleone in veste di Marte pacificatore, fusa a Roma su modello di Antonio Canova. Nel corso di tutto il XIX secolo logge, cortili, atri e corridoi furono destinati ad ospitare monumenti che celebrassero pubblicamente artisti, benefattori, uomini di cultura e di scienza legati all’istituzione braidense. Tra gli esempi migliori di questo ricchissimo e poco conosciuto arredo sono i monumenti a Cesare Beccaria di Pompeo Marchesi ed a Giuseppe Parini di Gaetano Monti, visibili sullo scalone di accesso alla Pinacoteca.
756 persone del luogo consigliano
Brera
756 persone del luogo consigliano
Il palazzo, sorto su di un antico convento trecentesco dell’ordine degli Umiliati e successivamente passato ai Gesuiti che vi stabilirono una scuola, conobbe l’assetto attuale, solido e austero, a partire dall’inizio del Seicento ad opera di Francesco Maria Richini.Nel 1773, a seguito dello scioglimento dei Gesuiti, il Collegio di Brera divenne proprietà dello Stato e l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria volle farne sede di alcuni dei più avanzati istituti culturali della città: oltre all’Accademia di Belle Arti e all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto BotanicoIncaricato della progettazione e prosecuzione dei lavori fu Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del Neoclassicismo in Italia. A lui si devono la sistemazione della biblioteca (un salone è visibile dalla sala I della Pinacoteca), il solenne portale di ingresso su via Brera, ed il completamento del cortile, al cui centro fu posta nel 1859 la statua bronzea che raffigura Napoleone in veste di Marte pacificatore, fusa a Roma su modello di Antonio Canova. Nel corso di tutto il XIX secolo logge, cortili, atri e corridoi furono destinati ad ospitare monumenti che celebrassero pubblicamente artisti, benefattori, uomini di cultura e di scienza legati all’istituzione braidense. Tra gli esempi migliori di questo ricchissimo e poco conosciuto arredo sono i monumenti a Cesare Beccaria di Pompeo Marchesi ed a Giuseppe Parini di Gaetano Monti, visibili sullo scalone di accesso alla Pinacoteca.
ADI Design Museum–Compasso d’Oro nasce dal recupero di un luogo storico degli anni ’30, utilizzato sia come deposito di tram a cavallo sia come impianto di distribuzione di energia elettrica. Otto fotografi professionisti hanno documentato lo stato degli edifici prima dell’inizio dei lavori, con scatti di grande significato: Paolo Carlini, Paolo Demaldè, Saverio Lombardi Vallauri, Angelo Margutti, Andrea Rovatti, Mauro e Federico Tamburini, Miro Zagnoli. Il museo è stato concepito con l’idea di rinnovare e valorizzare il ricco patrimonio di archeologia industriale come carattere distintivo dell’immobile stesso. Si tratta di una struttura dalla superficie totale di 5.135 metri quadrati, articolata in spazi destinati alle esposizioni, ai servizi (caffetteria, bookshop, luoghi d’incontro), alla conservatoria museale e agli uffici. L’accesso avviene dalla piazza-giardino aperta al pubblico recentemente, intitolata al Premio Compasso d’Oro. Il museo è collocato in un’area ex industriale ad altissimo impatto architettonico e urbanistico ed è al centro di una zona strategica della città. Da un lato si trova il quartiere Paolo Sarpi, la “Chinatown milanese”, da sempre polo multiculturale in grande fermento: un’area totalmente riqualificata e in parte pedonalizzata che è diventata punto di riferimento meneghino, sia per l’offerta dei locali di cucina orientale che per lo street food. Intorno il polo culturale, delimitato dalla Fabbrica del Vapore, lo spazio del Comune di Milano gestito dall’area giovani e Fondazione Feltrinelli, centro di documentazione e ricerca disegnata da Herzog & de Meuron.
10 persone del luogo consigliano
ADI Design Museum
1 Piazza Compasso d'Oro
10 persone del luogo consigliano
ADI Design Museum–Compasso d’Oro nasce dal recupero di un luogo storico degli anni ’30, utilizzato sia come deposito di tram a cavallo sia come impianto di distribuzione di energia elettrica. Otto fotografi professionisti hanno documentato lo stato degli edifici prima dell’inizio dei lavori, con scatti di grande significato: Paolo Carlini, Paolo Demaldè, Saverio Lombardi Vallauri, Angelo Margutti, Andrea Rovatti, Mauro e Federico Tamburini, Miro Zagnoli. Il museo è stato concepito con l’idea di rinnovare e valorizzare il ricco patrimonio di archeologia industriale come carattere distintivo dell’immobile stesso. Si tratta di una struttura dalla superficie totale di 5.135 metri quadrati, articolata in spazi destinati alle esposizioni, ai servizi (caffetteria, bookshop, luoghi d’incontro), alla conservatoria museale e agli uffici. L’accesso avviene dalla piazza-giardino aperta al pubblico recentemente, intitolata al Premio Compasso d’Oro. Il museo è collocato in un’area ex industriale ad altissimo impatto architettonico e urbanistico ed è al centro di una zona strategica della città. Da un lato si trova il quartiere Paolo Sarpi, la “Chinatown milanese”, da sempre polo multiculturale in grande fermento: un’area totalmente riqualificata e in parte pedonalizzata che è diventata punto di riferimento meneghino, sia per l’offerta dei locali di cucina orientale che per lo street food. Intorno il polo culturale, delimitato dalla Fabbrica del Vapore, lo spazio del Comune di Milano gestito dall’area giovani e Fondazione Feltrinelli, centro di documentazione e ricerca disegnata da Herzog & de Meuron.
Il Museo del Novecento, all’interno del Palazzo dell’Arengario in piazza del Duomo, ospita una collezione di oltre quattromila opere di arte italiana del XX secolo. Il museo - inaugurato al pubblico il 6 dicembre 2010 - nasce con l’intento di diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento e di consentire una migliore e più ampia visione delle collezioni che Milano ha ereditato nel tempo. Accanto all’attività espositiva, il museo è impegnato nell’opera di conservazione, studio e promozione del patrimonio culturale e artistico italiano del XX secolo con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale. Proiettato verso la città, il museo si snoda intorno a più fulcri. La Collezione Permanente che si sviluppa in un percorso cronologico, con un alternarsi di sale collettive e monografiche. La grande rampa a spirale all’interno della struttura che introduce alla visita con il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Il bookshop e il ristorante come luoghi di incontro. Il Neon di Lucio Fontana come abbraccio finale alla città. Riflesso diretto del vivace fermento culturale di Milano, la Raccolta Civica di opere si è formata negli anni grazie alla generosità e alla passione dei milanesi per il collezionismo. Dalla nascita del museo, artisti, collezionisti e mecenati partecipano attivamente nella crescita del patrimonio, ampliandolo fino alle espressioni del contemporaneo.
585 persone del luogo consigliano
Museo del Novecento
8 P.za del Duomo
585 persone del luogo consigliano
Il Museo del Novecento, all’interno del Palazzo dell’Arengario in piazza del Duomo, ospita una collezione di oltre quattromila opere di arte italiana del XX secolo. Il museo - inaugurato al pubblico il 6 dicembre 2010 - nasce con l’intento di diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento e di consentire una migliore e più ampia visione delle collezioni che Milano ha ereditato nel tempo. Accanto all’attività espositiva, il museo è impegnato nell’opera di conservazione, studio e promozione del patrimonio culturale e artistico italiano del XX secolo con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale. Proiettato verso la città, il museo si snoda intorno a più fulcri. La Collezione Permanente che si sviluppa in un percorso cronologico, con un alternarsi di sale collettive e monografiche. La grande rampa a spirale all’interno della struttura che introduce alla visita con il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Il bookshop e il ristorante come luoghi di incontro. Il Neon di Lucio Fontana come abbraccio finale alla città. Riflesso diretto del vivace fermento culturale di Milano, la Raccolta Civica di opere si è formata negli anni grazie alla generosità e alla passione dei milanesi per il collezionismo. Dalla nascita del museo, artisti, collezionisti e mecenati partecipano attivamente nella crescita del patrimonio, ampliandolo fino alle espressioni del contemporaneo.
24 persone del luogo consigliano
Feltrinelli
37 Via Daniele Manin
24 persone del luogo consigliano

Teatri

Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala[2][3], semplicemente noto come Teatro alla Scala, colloquialmente chiamato la Scala, è il principale teatro d'opera di Milano. Considerato tra i più prestigiosi teatri al mondo, ospita da 244 anni i principali artisti nel campo internazionale dell'opera, del balletto e della musica classica. L'edificio, progettato da Giuseppe Piermarini e inaugurato nel 1778, sorse sulle ceneri del precedente Teatro Ducale, distrutto da un incendio nel 1776; deve il nome alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per far posto al teatro inaugurato il 3 agosto 1778, sotto l'allora regno di Maria Teresa d'Austria, con l'opera L'Europa riconosciuta composta per l'occasione da Antonio Salieri. A partire dall'anno di fondazione è sede dell'omonimo coro,[4] dell'orchestra,[5] del corpo di Ballo,[6] e dal 1982 anche della Filarmonica.[7] Il complesso teatrale è situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, sede del Museo teatrale alla Scala.
799 persone del luogo consigliano
Teatro alla Scala
2 Via Filodrammatici
799 persone del luogo consigliano
Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala[2][3], semplicemente noto come Teatro alla Scala, colloquialmente chiamato la Scala, è il principale teatro d'opera di Milano. Considerato tra i più prestigiosi teatri al mondo, ospita da 244 anni i principali artisti nel campo internazionale dell'opera, del balletto e della musica classica. L'edificio, progettato da Giuseppe Piermarini e inaugurato nel 1778, sorse sulle ceneri del precedente Teatro Ducale, distrutto da un incendio nel 1776; deve il nome alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per far posto al teatro inaugurato il 3 agosto 1778, sotto l'allora regno di Maria Teresa d'Austria, con l'opera L'Europa riconosciuta composta per l'occasione da Antonio Salieri. A partire dall'anno di fondazione è sede dell'omonimo coro,[4] dell'orchestra,[5] del corpo di Ballo,[6] e dal 1982 anche della Filarmonica.[7] Il complesso teatrale è situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, sede del Museo teatrale alla Scala.
Primo teatro stabile pubblico in Italia, il Piccolo Teatro di Milano è stato fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi con il desiderio di dare vita a un’istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali – Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia – un teatro inteso come pubblico servizio necessario per il benessere dei cittadini. “Teatro d’Arte per Tutti” è lo slogan che accompagna il Piccolo Teatro dalla sua nascita e che tuttora ne riassume la mission: portare in scena spettacoli di qualità indirizzati al pubblico più ampio possibile. Il Piccolo è oggi composto da tre sale: la sede storica, ribattezzata Teatro Grassi, è stata restaurata nel 2009 restituendo alla città il chiostro rinascimentale attiguo, intitolato a Nina Vinchi; lo spazio sperimentale del Teatro Studio Melato, dedicato all’attrice Mariangela Melato e ricavato dall’ottocentesco Teatro Fossati riaperto al pubblico nel 1986, dove è ospitata anche la Scuola di Teatro Luca Ronconi fondata da Giorgio Strehler nel 1987 e attualmente diretta da Carmelo Rifici; la sede principale, inaugurata nel gennaio 1998, che porta il nome di Teatro Strehler. In settantacinque anni di attività, il Piccolo ha prodotto più di 400 spettacoli – la metà dei quali diretta da Giorgio Strehler – mettendo in scena opere di autori celebri a livello italiano e internazionale, tra tutti William Shakespeare (Re Lear e La tempesta), Carlo Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni, Le baruffe chiozzotte, Il campiello), Bertolt Brecht (L’opera da tre soldi, Vita di Galileo, L’anima buona di Sezuan) e Anton Čechov (Il giardino dei ciliegi). Dal 1991 il Piccolo è anche “Teatro d’Europa” – come riconfermato dall’articolo 47 del DM n. 332 del 27 luglio 2017: in questo senso il passaggio di testimone nel 1998 a Sergio Escobar (direttore della Fondazione fino al luglio 2020) e a Luca Ronconi (consulente artistico del Piccolo fino al febbraio 2015) ne ha accentuato la dimensione internazionale e interdisciplinare di ideale polo culturale cittadino ed europeo, sui cui palcoscenici si alternano spettacoli di prosa e danza, rassegne e festival di cinema, tavole rotonde e incontri di approfondimento culturale. Autentico esperimento teatrale è stato lo spettacolo tratto dai cinque scenari sull’infinito (Infinities) del matematico inglese John D. Barrow, allestito in un magazzino di scenografie alla periferia di Milano nella stagione 2001-2002. La sua ultima regia è stata Lehman Trilogy di Stefano Massini (2015), consulente artistico del Piccolo dal 2015 al 2020. Nelle ultime stagioni il Piccolo continua ad affidare le proprie produzioni a registi italiani e stranieri di fama internazionale e a ospitare spettacoli di prestigio firmati da artisti affermati in tutto il mondo. Dal dicembre 2020 il Direttore del Piccolo è Claudio Longhi. Il sostegno alla drammaturgia contemporanea e ai giovani artisti, la promozione dell’internazionalizzazione, l’apertura a nuove platee e un approfondimento del rapporto tra spettacolo dal vivo e moderne tecnologie digitali, nella ricerca di altri pubblici, sono il fulcro dell’attività del Piccolo per gli anni a venire. Particolare rilievo riveste il tema della sostenibilità, letto nella sua accezione più ampia di relazione tra ambiente, politica, economia e società, come stimolo di nuove forme di partecipazione e consapevolezza da parte della comunità.
25 persone del luogo consigliano
Piccolo Teatro Grassi
2 Via Rovello
25 persone del luogo consigliano
Primo teatro stabile pubblico in Italia, il Piccolo Teatro di Milano è stato fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi con il desiderio di dare vita a un’istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali – Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia – un teatro inteso come pubblico servizio necessario per il benessere dei cittadini. “Teatro d’Arte per Tutti” è lo slogan che accompagna il Piccolo Teatro dalla sua nascita e che tuttora ne riassume la mission: portare in scena spettacoli di qualità indirizzati al pubblico più ampio possibile. Il Piccolo è oggi composto da tre sale: la sede storica, ribattezzata Teatro Grassi, è stata restaurata nel 2009 restituendo alla città il chiostro rinascimentale attiguo, intitolato a Nina Vinchi; lo spazio sperimentale del Teatro Studio Melato, dedicato all’attrice Mariangela Melato e ricavato dall’ottocentesco Teatro Fossati riaperto al pubblico nel 1986, dove è ospitata anche la Scuola di Teatro Luca Ronconi fondata da Giorgio Strehler nel 1987 e attualmente diretta da Carmelo Rifici; la sede principale, inaugurata nel gennaio 1998, che porta il nome di Teatro Strehler. In settantacinque anni di attività, il Piccolo ha prodotto più di 400 spettacoli – la metà dei quali diretta da Giorgio Strehler – mettendo in scena opere di autori celebri a livello italiano e internazionale, tra tutti William Shakespeare (Re Lear e La tempesta), Carlo Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni, Le baruffe chiozzotte, Il campiello), Bertolt Brecht (L’opera da tre soldi, Vita di Galileo, L’anima buona di Sezuan) e Anton Čechov (Il giardino dei ciliegi). Dal 1991 il Piccolo è anche “Teatro d’Europa” – come riconfermato dall’articolo 47 del DM n. 332 del 27 luglio 2017: in questo senso il passaggio di testimone nel 1998 a Sergio Escobar (direttore della Fondazione fino al luglio 2020) e a Luca Ronconi (consulente artistico del Piccolo fino al febbraio 2015) ne ha accentuato la dimensione internazionale e interdisciplinare di ideale polo culturale cittadino ed europeo, sui cui palcoscenici si alternano spettacoli di prosa e danza, rassegne e festival di cinema, tavole rotonde e incontri di approfondimento culturale. Autentico esperimento teatrale è stato lo spettacolo tratto dai cinque scenari sull’infinito (Infinities) del matematico inglese John D. Barrow, allestito in un magazzino di scenografie alla periferia di Milano nella stagione 2001-2002. La sua ultima regia è stata Lehman Trilogy di Stefano Massini (2015), consulente artistico del Piccolo dal 2015 al 2020. Nelle ultime stagioni il Piccolo continua ad affidare le proprie produzioni a registi italiani e stranieri di fama internazionale e a ospitare spettacoli di prestigio firmati da artisti affermati in tutto il mondo. Dal dicembre 2020 il Direttore del Piccolo è Claudio Longhi. Il sostegno alla drammaturgia contemporanea e ai giovani artisti, la promozione dell’internazionalizzazione, l’apertura a nuove platee e un approfondimento del rapporto tra spettacolo dal vivo e moderne tecnologie digitali, nella ricerca di altri pubblici, sono il fulcro dell’attività del Piccolo per gli anni a venire. Particolare rilievo riveste il tema della sostenibilità, letto nella sua accezione più ampia di relazione tra ambiente, politica, economia e società, come stimolo di nuove forme di partecipazione e consapevolezza da parte della comunità.

Luoghi de cuore

Le Cantine Isola nascono nel 1896 con Giovanni Isola e ne è testimonianza una citazione della Bottiglieria che compare sulla rivista socialista La Battaglia di Filippo Turati. Orgogliosamente esponiamo una copia della storica rivista. Già allora si offriva vino e cibo. Nel 1991 arriva la famiglia Sarais: Gianni, Tina ed il figlio Luca. Papà Gianni viene da lunghi anni di esperienza nella ristorazione, mamma Tina porta la ventata elegante e raffinata che a volte solo le donne riescono a trasmettere. Luca si dedica a corsi e controcorsi, ma la scuola migliore è quella del banco e l'esperienza che fa propria conoscendo produttori e persone che, sovente in maniera inconsapevole, regalano ogni giorno un qualcosa. La summa di tutto questo fa oggi delle Cantine Isola un luogo dove si può trovare le bottiglie più economiche e intelligenti, per un consumo quotidiano e poco oneroso, fino alle bottiglie più prestigiose, famose, costose, "buone" e che ogni appassionato ambisce a bere o a tenere nella sua cantina. Si offre al banco una delle migliori mescite in assoluto, poiché qui si apre tutto: dal calice più semplice a quello più pregiato, dal Conegliano allo Champagne e che Champagne!!!, dal Chianti Classico all'Amarone, passando da Loira, Borgogna e Bordeaux, Mosella e tanto altro. Basta chiedere: sarà indicato il costo e si stappa. Al banco si offrono stuzzichini per accompagnare il calice cercando di scegliere buone materie prime. Quel che poi vince è la convivialità, il piacere di bere bene in semplicità e stare bene senza preamboli o fronzoli, cercando di elargire consigli e simpatia, cercando di far bene il mestiere dell'oste. Un particolare che ha sempre molto successo. Nel tempo abbiamo costruito un momento apparentemente disgiunto dal coro del vino. La Poesia del Martedì. Ogni martedì sera alle 20:30 leggiamo un piccolo brano, una bella poesia per staccare e allo stesso tempo regalare un momento poetico, di un'arte diversa dal fare vino. Ma vino e poesia vanno a braccetto dai tempi dei tempi. Le coppe erano già piene quando Virgilio scriveva i suoi versi. E così abbiamo unito le culture. Da alcuni anni abbiamo integrato la lettura del Martedì alternando brani in Milanese, per riscoprire questa antica lingua dialettale. Il signor Sergio Gobbi, non più un ragazzino, scrive e legge i suoi racconti, spesso storie vere vissute da lui, un Martinitt, o da altri. Abbiamo raccontato la storia dei monumenti di Milano e dei suoi fantastici personaggi: Sant'Ambrogio, Napoleone, gli Sforza e tanti altri, più o meno comuni.Dal 2015 invece abbiamo creato WineMI insieme altri quattro colleghi di Milano. Una società fatta per creare eventi e sempre più movimento intorno al mondo del vino, con lo scopo anche di diventare insieme il punto di riferimento del vino a Milano.
161 persone del luogo consigliano
Cantine Isola
30 Via Arnolfo di Cambio
161 persone del luogo consigliano
Le Cantine Isola nascono nel 1896 con Giovanni Isola e ne è testimonianza una citazione della Bottiglieria che compare sulla rivista socialista La Battaglia di Filippo Turati. Orgogliosamente esponiamo una copia della storica rivista. Già allora si offriva vino e cibo. Nel 1991 arriva la famiglia Sarais: Gianni, Tina ed il figlio Luca. Papà Gianni viene da lunghi anni di esperienza nella ristorazione, mamma Tina porta la ventata elegante e raffinata che a volte solo le donne riescono a trasmettere. Luca si dedica a corsi e controcorsi, ma la scuola migliore è quella del banco e l'esperienza che fa propria conoscendo produttori e persone che, sovente in maniera inconsapevole, regalano ogni giorno un qualcosa. La summa di tutto questo fa oggi delle Cantine Isola un luogo dove si può trovare le bottiglie più economiche e intelligenti, per un consumo quotidiano e poco oneroso, fino alle bottiglie più prestigiose, famose, costose, "buone" e che ogni appassionato ambisce a bere o a tenere nella sua cantina. Si offre al banco una delle migliori mescite in assoluto, poiché qui si apre tutto: dal calice più semplice a quello più pregiato, dal Conegliano allo Champagne e che Champagne!!!, dal Chianti Classico all'Amarone, passando da Loira, Borgogna e Bordeaux, Mosella e tanto altro. Basta chiedere: sarà indicato il costo e si stappa. Al banco si offrono stuzzichini per accompagnare il calice cercando di scegliere buone materie prime. Quel che poi vince è la convivialità, il piacere di bere bene in semplicità e stare bene senza preamboli o fronzoli, cercando di elargire consigli e simpatia, cercando di far bene il mestiere dell'oste. Un particolare che ha sempre molto successo. Nel tempo abbiamo costruito un momento apparentemente disgiunto dal coro del vino. La Poesia del Martedì. Ogni martedì sera alle 20:30 leggiamo un piccolo brano, una bella poesia per staccare e allo stesso tempo regalare un momento poetico, di un'arte diversa dal fare vino. Ma vino e poesia vanno a braccetto dai tempi dei tempi. Le coppe erano già piene quando Virgilio scriveva i suoi versi. E così abbiamo unito le culture. Da alcuni anni abbiamo integrato la lettura del Martedì alternando brani in Milanese, per riscoprire questa antica lingua dialettale. Il signor Sergio Gobbi, non più un ragazzino, scrive e legge i suoi racconti, spesso storie vere vissute da lui, un Martinitt, o da altri. Abbiamo raccontato la storia dei monumenti di Milano e dei suoi fantastici personaggi: Sant'Ambrogio, Napoleone, gli Sforza e tanti altri, più o meno comuni.Dal 2015 invece abbiamo creato WineMI insieme altri quattro colleghi di Milano. Una società fatta per creare eventi e sempre più movimento intorno al mondo del vino, con lo scopo anche di diventare insieme il punto di riferimento del vino a Milano.
In piena Chinatown, una bottega straripante di formaggi. Il signor Fabio ha una collezione di rarità italiane, come il cusié, una toma d’alpeggio stagionata e affinata con foglie di tabacco, il piacentinu (che però è siciliano) primo sale con pepe e zafferano, la toma veneta stagionata nel fieno, il passito di pantelleria (erborinato vaccino). Ma si batte con onore anche sul versante francese, con una serie di piccoli prodigi caseari lavorati alla grappa, al calvados, al vino bianco. Molto interessante anche la scelta di champagne di piccole marche e piccoli prezzi.
11 persone del luogo consigliano
La Baita del Formaggio Snc
46 Via Paolo Sarpi
11 persone del luogo consigliano
In piena Chinatown, una bottega straripante di formaggi. Il signor Fabio ha una collezione di rarità italiane, come il cusié, una toma d’alpeggio stagionata e affinata con foglie di tabacco, il piacentinu (che però è siciliano) primo sale con pepe e zafferano, la toma veneta stagionata nel fieno, il passito di pantelleria (erborinato vaccino). Ma si batte con onore anche sul versante francese, con una serie di piccoli prodigi caseari lavorati alla grappa, al calvados, al vino bianco. Molto interessante anche la scelta di champagne di piccole marche e piccoli prezzi.

Offerta gastronomica

"Il locale è aperto dal 1988, è uno dei locali storici di Milano. Il gallo in ferro battuto è il simbolo delle ostarie friulane, ma io propongo una cucina lombarda, milanese, come nella mia tradizione, mentre il nome del locale è rimasto quello originale... Eh sì, ogni tanto qualcuno me lo chiede... Io sono qui dal 1997. Ho iniziato questo lavoro nell'84, prima nel locale storico di mia mamma, 100 anni di locale... Poi ho avuto un locale mio, poi il lavoro all'estero... È cos� che comincia tutto ! Le persone che vengono qui sono persone che amano i salumi e amano i formaggi, in particolare... ma mi piace dire che amano la buona cucina! Ho sempre avuto la passione per i formaggi e i vini. Qui ho potuto svilupparla al meglio ed è diventata una mia caratteristica Ho fatto tanti viaggi in Francia, cerco i piccoli artigiani italiani... L'Italia è ricca di eccellenti produttori... Con molti dei miei clienti siamo diventati amici, sono nate cose divertentiLa base di tutto? Non c'è dubbio, è la materia prima! È la materia prima che ti rende vincente... ad esempio, anche il pane è importante... io scelgo un pane casereccio, artigianale, come quello del mio amico Eugenio Pol... deve essere un pane molto croccante, come un pane siciliano al sesamo, perchè con i formaggi e i salumi serve un pane croccante... oppure un pane con le noci... certo, il pane è un fattore importante, se è buono ne senti le proprietà, ti fa piacere... Alle persone che mangiano qui spiego cosa hanno nel piatto... mi piace raccontare il vino, il formaggio, il piatto che presento al tavolo... nel piatto creo delle selezioni che sono un percorso del gusto, dal più delicato al più forte... e poi propongo l'abbinamento col vino giusto... e particolari...
6 persone del luogo consigliano
Ostarie Vecjo Friul
5 Via Antonio Rosmini
6 persone del luogo consigliano
"Il locale è aperto dal 1988, è uno dei locali storici di Milano. Il gallo in ferro battuto è il simbolo delle ostarie friulane, ma io propongo una cucina lombarda, milanese, come nella mia tradizione, mentre il nome del locale è rimasto quello originale... Eh sì, ogni tanto qualcuno me lo chiede... Io sono qui dal 1997. Ho iniziato questo lavoro nell'84, prima nel locale storico di mia mamma, 100 anni di locale... Poi ho avuto un locale mio, poi il lavoro all'estero... È cos� che comincia tutto ! Le persone che vengono qui sono persone che amano i salumi e amano i formaggi, in particolare... ma mi piace dire che amano la buona cucina! Ho sempre avuto la passione per i formaggi e i vini. Qui ho potuto svilupparla al meglio ed è diventata una mia caratteristica Ho fatto tanti viaggi in Francia, cerco i piccoli artigiani italiani... L'Italia è ricca di eccellenti produttori... Con molti dei miei clienti siamo diventati amici, sono nate cose divertentiLa base di tutto? Non c'è dubbio, è la materia prima! È la materia prima che ti rende vincente... ad esempio, anche il pane è importante... io scelgo un pane casereccio, artigianale, come quello del mio amico Eugenio Pol... deve essere un pane molto croccante, come un pane siciliano al sesamo, perchè con i formaggi e i salumi serve un pane croccante... oppure un pane con le noci... certo, il pane è un fattore importante, se è buono ne senti le proprietà, ti fa piacere... Alle persone che mangiano qui spiego cosa hanno nel piatto... mi piace raccontare il vino, il formaggio, il piatto che presento al tavolo... nel piatto creo delle selezioni che sono un percorso del gusto, dal più delicato al più forte... e poi propongo l'abbinamento col vino giusto... e particolari...