La guida di Marina

Marina
La guida di Marina

Le Guide ai Quartieri

La Casa di Via Valdirivo 24 si trova nel quartiere denominato Borgo Teresiano. Al suo posto in passato c’erano delle saline che vennero interrate nel Settecento per volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che ha dato il nome al quartiere. Questo borgo è caratterizzato dal Canal Grande, pensato per far arrivare le navi fino al centro città per scaricare le merci.Intorno al canale furono edificate case per i commercianti che al pian terreno mantenevano i magazzini, al primo i locali per la famiglia e all’ultimo mettevano l’ufficio. Sul ponte Rosso che attraversa il canale dal 1756 si trova la statua di James Joyce. Lungo il Canale si trovano due importanti edifici sacri: La Chiesa di Sant’Antonio Nuovo. È la chiesa più grande della città, progettata nella prima metà dell’Ottocento sulla preesistente chiesa di Sant’Antonio dall’architetto triestino Pietro Nobile. La facciata, che guarda al Canal Grande, è caratterizzata da un maestoso pronao con sei colonne ioniche e un ampio fronte; sull’attico sono collocate le statue dei Santi protettori di Trieste: Giusto, Sergio, Servolo, Mauro, Eufemia e Tecla.Il Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione si trova lungo il lato sinistro del canale, guardando il mare. Edificata in stile bizantino e aperta al pubblico nel 1868, ha una pianta a croce greca coperta da una grande cupola azzurra e colonne in marmo rosso di Verona. All’interno ci sono quattro ottocentesche icone russe dell’iconostasi ricoperte in oro e argento e il grande candelabro d’argento donato dal granduca russo Paolo Petrovich Romanov durante la sua visita a Trieste nel 1772. Da provare la pasticceria e caffetteria storica che si trova accanto alla chiesa di Sant'Antonio (a sinistra se si guarda la facciata), “La Bomboniera”, in Via Trenta Ottobre 3. La Bomboniera è una pasticceria tipica austro-ungarica risalente al 1836, in stile liberty, rimasta intatta per più di un secolo. Qui si possono gustare dolci tipici triestini della cultura austro-ungarica come la Rigojansci, le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos ma anche putizze, presnitz, pinze e uova di cioccolata fatte in casa, dolci ebraici di marzapane, le fave dei morti triestini o i mandorlati a scacchiera bianca e marrone.
7 persone del luogo consigliano
Borgo Teresiano
7 persone del luogo consigliano
La Casa di Via Valdirivo 24 si trova nel quartiere denominato Borgo Teresiano. Al suo posto in passato c’erano delle saline che vennero interrate nel Settecento per volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che ha dato il nome al quartiere. Questo borgo è caratterizzato dal Canal Grande, pensato per far arrivare le navi fino al centro città per scaricare le merci.Intorno al canale furono edificate case per i commercianti che al pian terreno mantenevano i magazzini, al primo i locali per la famiglia e all’ultimo mettevano l’ufficio. Sul ponte Rosso che attraversa il canale dal 1756 si trova la statua di James Joyce. Lungo il Canale si trovano due importanti edifici sacri: La Chiesa di Sant’Antonio Nuovo. È la chiesa più grande della città, progettata nella prima metà dell’Ottocento sulla preesistente chiesa di Sant’Antonio dall’architetto triestino Pietro Nobile. La facciata, che guarda al Canal Grande, è caratterizzata da un maestoso pronao con sei colonne ioniche e un ampio fronte; sull’attico sono collocate le statue dei Santi protettori di Trieste: Giusto, Sergio, Servolo, Mauro, Eufemia e Tecla.Il Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione si trova lungo il lato sinistro del canale, guardando il mare. Edificata in stile bizantino e aperta al pubblico nel 1868, ha una pianta a croce greca coperta da una grande cupola azzurra e colonne in marmo rosso di Verona. All’interno ci sono quattro ottocentesche icone russe dell’iconostasi ricoperte in oro e argento e il grande candelabro d’argento donato dal granduca russo Paolo Petrovich Romanov durante la sua visita a Trieste nel 1772. Da provare la pasticceria e caffetteria storica che si trova accanto alla chiesa di Sant'Antonio (a sinistra se si guarda la facciata), “La Bomboniera”, in Via Trenta Ottobre 3. La Bomboniera è una pasticceria tipica austro-ungarica risalente al 1836, in stile liberty, rimasta intatta per più di un secolo. Qui si possono gustare dolci tipici triestini della cultura austro-ungarica come la Rigojansci, le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos ma anche putizze, presnitz, pinze e uova di cioccolata fatte in casa, dolci ebraici di marzapane, le fave dei morti triestini o i mandorlati a scacchiera bianca e marrone.
Attraversando il Ponte Curto, o camminando lungo mare, si arriva a Piazza Unità d'ItaliaÈ la più grande piazza aperta sul mare d’Europa, supera infatti i 10mila metri quadri, ed è circondata da palazzi eleganti: il palazzo del Governo in stile liberty, quello delle Assicurazioni Generali e del Lloyd Triestino e, costruito per ultimo, il palazzo del Municipio. Prese il nome di piazza Unità solo dopo l’annessione di Trieste all’Italia nel 1918 (precedentemente si chiamava piazza San Pietro) ed è stata teatro di avvenimenti che hanno segnato il corso della Storia: fu qui, per esempio, che da un palco fatto erigere per l’occasione, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò l’imminente promulgazione delle Leggi Razziali. In memoria di quella triste data il Comune ha fatto apporre il 18 settembre 2013 una lastra di ottone. Nel corso dei secoli la piazza ha subito diverse modifiche: è stata ampliata, i palazzi sono stati recentemente restaurati e nei primi anni 2000 la pavimentazione è stata sostituita con l’arenaria. Davanti al palazzo del Municipio sorge la Fontana dei quattro continenti, mentre all’interno di Palazzo Stratti è aperto dal 1839 il Caffè degli Specchi. Incluso tra i locali storici d’Italia, grazie all’atmosfera asburgica che ancora si respira nelle sale. Il Caffè degli Specchi è da sempre considerato il salotto della città: qui si incontravano intellettuali, commercianti, ufficiali e artisti, per ascoltare i concerti diretti da Franz Listz o per discutere di affari e politica, ma anche gli irredentisti dopo la Prima guerra mondiale. Tra gli avventori più celebri, ci sono stati Svevo e Joyce.Molo Audace. Il Molo Audace si trova davanti a Piazza Unità d'Italia. In origine si chiamava Molo San Carlo, era lungo molto meno dei 246 metri di oggi, e fu costruito sul relitto della nave San Carlo affondata in porto. Fu solo dopo la Grande Guerra, nel 1922, che – in onore del cacciatorpediniere Audace, la prima nave della Marina Militare Italiana arrivata a Trieste il 3 novembre 1918 – il molo venne ribattezzato con il nome con cui oggi è conosciuto. La data dell’approdo è incisa sulla rosa dei venti «fusa nel bronzo nemico» che si trova all’estremità del molo stesso.
158 persone del luogo consigliano
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d'Italia
158 persone del luogo consigliano
Attraversando il Ponte Curto, o camminando lungo mare, si arriva a Piazza Unità d'ItaliaÈ la più grande piazza aperta sul mare d’Europa, supera infatti i 10mila metri quadri, ed è circondata da palazzi eleganti: il palazzo del Governo in stile liberty, quello delle Assicurazioni Generali e del Lloyd Triestino e, costruito per ultimo, il palazzo del Municipio. Prese il nome di piazza Unità solo dopo l’annessione di Trieste all’Italia nel 1918 (precedentemente si chiamava piazza San Pietro) ed è stata teatro di avvenimenti che hanno segnato il corso della Storia: fu qui, per esempio, che da un palco fatto erigere per l’occasione, il 18 settembre 1938, Mussolini annunciò l’imminente promulgazione delle Leggi Razziali. In memoria di quella triste data il Comune ha fatto apporre il 18 settembre 2013 una lastra di ottone. Nel corso dei secoli la piazza ha subito diverse modifiche: è stata ampliata, i palazzi sono stati recentemente restaurati e nei primi anni 2000 la pavimentazione è stata sostituita con l’arenaria. Davanti al palazzo del Municipio sorge la Fontana dei quattro continenti, mentre all’interno di Palazzo Stratti è aperto dal 1839 il Caffè degli Specchi. Incluso tra i locali storici d’Italia, grazie all’atmosfera asburgica che ancora si respira nelle sale. Il Caffè degli Specchi è da sempre considerato il salotto della città: qui si incontravano intellettuali, commercianti, ufficiali e artisti, per ascoltare i concerti diretti da Franz Listz o per discutere di affari e politica, ma anche gli irredentisti dopo la Prima guerra mondiale. Tra gli avventori più celebri, ci sono stati Svevo e Joyce.Molo Audace. Il Molo Audace si trova davanti a Piazza Unità d'Italia. In origine si chiamava Molo San Carlo, era lungo molto meno dei 246 metri di oggi, e fu costruito sul relitto della nave San Carlo affondata in porto. Fu solo dopo la Grande Guerra, nel 1922, che – in onore del cacciatorpediniere Audace, la prima nave della Marina Militare Italiana arrivata a Trieste il 3 novembre 1918 – il molo venne ribattezzato con il nome con cui oggi è conosciuto. La data dell’approdo è incisa sulla rosa dei venti «fusa nel bronzo nemico» che si trova all’estremità del molo stesso.
il Colle di San Giusto Il colle di San Giusto è raggiungibile a piedi dall'appartamento di Via Valdirivo. Seguendo Via Filzi (uscendo di casa si gira a sinistra e poi la prima a destra), si arriva in Via del Teatro Romano, dove si può ammirare il teatro Romano del I secolo d.C.Proseguendo, si passa per un torrione tardo antico situato alla base delle scale di Santa Maria Maggiore, sopra la quale c'è la piccola chiesa di San Silvestro (XI-XII secolo). Proseguendo per Via del Teatro Romano si entra in Via Punta del Forno dove è visibile il tetrapilo, porta monumentale in calcare scolpita e databile al 1 secolo d.C.Salendo su per via Capitelli, si attraversa l'arco di Riccardo e si percorre tutta la strada in salita fino al colle di San Giusto. Sul colle di San Giusto si trova il foro, la basilica Romana e il propileo, ancora visibile all'interno del campanile della cattedrale di epoca medievale. La cattedrale di San Giusto è il più importante luogo di culto cattolico di Trieste. Sorge, nel 1300, sui resti di una basilica paleocristiana costruita intorno al V secolo – della quale ancora si può ammirare parte dei mosaici del pavimento. La cattedrale è la fusione di due edifici sacri (una cattedrale più piccola dedicata alla Vergine Assunta, a tre navate con altrettanti absidi e il sacello di San Giusto, anch’esso di tre navate). La facciata è caratterizzata da un rosone gotico e nel portale vengono ri-utilizzate le stele funerarie di epoca romana della famiglia Barbi. L’interno a cinque navate ha cappelle affrescate, reliquie (la più interessante, l’alabarda di San Sergio, divenuta emblema di Trieste, era apparsa miracolosamente nel foro della città mentre il Santo veniva martirizzato in Siria), e soprattutto dei preziosi mosaici d’ispirazione bizantina-ravennate che rivestono le due absidi. Infine sul colle si trova anche il castello di San Giusto. Voluto dagli imperatori d’Austria, fu edificato in stadi successivi dal 1468 al 1636, raggiungendo l’aspetto attuale di fortezza triangolare munita di bastioni ai vertici, oggi trasformata in un museo.Davanti alla cattedrale di San Giusto si trova l'entrata al Civico museo dell'orto Lapidario. Nel museo sono conservati non solo lapidi, elementi scultorei e iscrizioni antiche e moderne provenienti da Trieste, Aquileia e dal territorio circostante ma sono esposti anche collezioni provenienti dal mondo etrusco, greco ed Egizio.Scendendo si può percorrere la strada di Via delle Monache, vie del seminario e Via Donota, in maniera da vedere le antiche mure repubblicane ancora conservate sopra il teatro romano.
Piazza della Cattedrale
Piazza della Cattedrale
il Colle di San Giusto Il colle di San Giusto è raggiungibile a piedi dall'appartamento di Via Valdirivo. Seguendo Via Filzi (uscendo di casa si gira a sinistra e poi la prima a destra), si arriva in Via del Teatro Romano, dove si può ammirare il teatro Romano del I secolo d.C.Proseguendo, si passa per un torrione tardo antico situato alla base delle scale di Santa Maria Maggiore, sopra la quale c'è la piccola chiesa di San Silvestro (XI-XII secolo). Proseguendo per Via del Teatro Romano si entra in Via Punta del Forno dove è visibile il tetrapilo, porta monumentale in calcare scolpita e databile al 1 secolo d.C.Salendo su per via Capitelli, si attraversa l'arco di Riccardo e si percorre tutta la strada in salita fino al colle di San Giusto. Sul colle di San Giusto si trova il foro, la basilica Romana e il propileo, ancora visibile all'interno del campanile della cattedrale di epoca medievale. La cattedrale di San Giusto è il più importante luogo di culto cattolico di Trieste. Sorge, nel 1300, sui resti di una basilica paleocristiana costruita intorno al V secolo – della quale ancora si può ammirare parte dei mosaici del pavimento. La cattedrale è la fusione di due edifici sacri (una cattedrale più piccola dedicata alla Vergine Assunta, a tre navate con altrettanti absidi e il sacello di San Giusto, anch’esso di tre navate). La facciata è caratterizzata da un rosone gotico e nel portale vengono ri-utilizzate le stele funerarie di epoca romana della famiglia Barbi. L’interno a cinque navate ha cappelle affrescate, reliquie (la più interessante, l’alabarda di San Sergio, divenuta emblema di Trieste, era apparsa miracolosamente nel foro della città mentre il Santo veniva martirizzato in Siria), e soprattutto dei preziosi mosaici d’ispirazione bizantina-ravennate che rivestono le due absidi. Infine sul colle si trova anche il castello di San Giusto. Voluto dagli imperatori d’Austria, fu edificato in stadi successivi dal 1468 al 1636, raggiungendo l’aspetto attuale di fortezza triangolare munita di bastioni ai vertici, oggi trasformata in un museo.Davanti alla cattedrale di San Giusto si trova l'entrata al Civico museo dell'orto Lapidario. Nel museo sono conservati non solo lapidi, elementi scultorei e iscrizioni antiche e moderne provenienti da Trieste, Aquileia e dal territorio circostante ma sono esposti anche collezioni provenienti dal mondo etrusco, greco ed Egizio.Scendendo si può percorrere la strada di Via delle Monache, vie del seminario e Via Donota, in maniera da vedere le antiche mure repubblicane ancora conservate sopra il teatro romano.

Visite turistiche

Il castello di Miramare si trova a pochi chilometri dal centro città, verso nord, e si affaccia sul Golfo di Trieste. Venne costruito a metà dell’Ottocento da Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Messico, che visse qui con la moglie Carlotta del Belgio. Il palazzo è circondato da un parco molto grande (22 ettari), nel quale si trova anche il Castelletto, residenza dai due sposi durante la costruzione del castello, e presenta un porticciolo e una piazzola per i cannoni; all’interno è possibile vedere ancora gli arredi originali del XIX secolo.
224 persone del luogo consigliano
Castello di Miramare
Viale Miramare
224 persone del luogo consigliano
Il castello di Miramare si trova a pochi chilometri dal centro città, verso nord, e si affaccia sul Golfo di Trieste. Venne costruito a metà dell’Ottocento da Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Messico, che visse qui con la moglie Carlotta del Belgio. Il palazzo è circondato da un parco molto grande (22 ettari), nel quale si trova anche il Castelletto, residenza dai due sposi durante la costruzione del castello, e presenta un porticciolo e una piazzola per i cannoni; all’interno è possibile vedere ancora gli arredi originali del XIX secolo.
Il Castello di Duino è stato eretto nel quattordicesimo secolo sulle rovine di un avamposto militare romano. Nel settecento divenne un centro culturale ed umanistico. Numerosi ospiti di prestigio si sono susseguiti nel tempo: Elisabetta d’Austria (Sissi), l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e i Conti di Chambord, Johann Strauss, Franz Liszt, Hugo von Hofmannsthal, Gabriele d’Annunzio, Paul Valery e infine, il più illustre di tutti, il poeta boemo Rainer Maria Rilke, autore delle “Elegie Duinesi”.
64 persone del luogo consigliano
Castello di Duino
32 Frazione Duino
64 persone del luogo consigliano
Il Castello di Duino è stato eretto nel quattordicesimo secolo sulle rovine di un avamposto militare romano. Nel settecento divenne un centro culturale ed umanistico. Numerosi ospiti di prestigio si sono susseguiti nel tempo: Elisabetta d’Austria (Sissi), l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e i Conti di Chambord, Johann Strauss, Franz Liszt, Hugo von Hofmannsthal, Gabriele d’Annunzio, Paul Valery e infine, il più illustre di tutti, il poeta boemo Rainer Maria Rilke, autore delle “Elegie Duinesi”.
Per arrivare al castello di Duino si può percorrere il sentiero Rilke intitolato al poeta boemo Rainer Maria Rilke. Si estende per 1,7 chilometri su un terreno quasi del tutto pianeggiante, adatto anche a camminatori poco allenati, e percorrendolo è possibile osservare da vicino il fenomeno del carsismo. Lungo tutto il percorso, dal quale si gode il panorama della baia di Sistiana e di tutto il Golfo di Trieste, sono state allestite postazioni panoramiche sfruttando i bunker e gli appostamenti militari realizzati durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale.
53 persone del luogo consigliano
Sentiero Rilke
19 Frazione Duino
53 persone del luogo consigliano
Per arrivare al castello di Duino si può percorrere il sentiero Rilke intitolato al poeta boemo Rainer Maria Rilke. Si estende per 1,7 chilometri su un terreno quasi del tutto pianeggiante, adatto anche a camminatori poco allenati, e percorrendolo è possibile osservare da vicino il fenomeno del carsismo. Lungo tutto il percorso, dal quale si gode il panorama della baia di Sistiana e di tutto il Golfo di Trieste, sono state allestite postazioni panoramiche sfruttando i bunker e gli appostamenti militari realizzati durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale.
La risiera di San Sabba era destinata alla lavorazione del riso, ma lo stabilimento costruito nel 1898 nel quartiere periferico di San Sabba, è diventato tristemente famoso per essere stato trasformato in un campo di prigionia nazista. Dopo l’8 settembre del 1943, nella Risiera venivano portati e smistati i prigionieri (ebrei, partigiani, oppositori del regime) destinati ai campi di concentramento di Germania e Polonia. Pochi mesi dopo, il 4 aprile 1944, fu messo in funzione anche un forno crematorio, ricavato nel preesistente essiccatoio, poi distrutto, insieme alla ciminiera, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, alla fine della guerra, come da prassi dei nazisti in fuga: oggi al loro posto ci sono una piastra d’acciaio che ripercorre l’area del forno interrato e una Pietà stilizzata che simboleggia la spirale di fumo che usciva dal camino. Dal 1965 la Risiera di San Sabba è Monumento Nazionale, diventato dieci anni dopo anche Civico Museo della Risiera di San Sabba.
46 persone del luogo consigliano
Risiera di San Sabba
5 Via Giovanni Palatucci
46 persone del luogo consigliano
La risiera di San Sabba era destinata alla lavorazione del riso, ma lo stabilimento costruito nel 1898 nel quartiere periferico di San Sabba, è diventato tristemente famoso per essere stato trasformato in un campo di prigionia nazista. Dopo l’8 settembre del 1943, nella Risiera venivano portati e smistati i prigionieri (ebrei, partigiani, oppositori del regime) destinati ai campi di concentramento di Germania e Polonia. Pochi mesi dopo, il 4 aprile 1944, fu messo in funzione anche un forno crematorio, ricavato nel preesistente essiccatoio, poi distrutto, insieme alla ciminiera, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, alla fine della guerra, come da prassi dei nazisti in fuga: oggi al loro posto ci sono una piastra d’acciaio che ripercorre l’area del forno interrato e una Pietà stilizzata che simboleggia la spirale di fumo che usciva dal camino. Dal 1965 la Risiera di San Sabba è Monumento Nazionale, diventato dieci anni dopo anche Civico Museo della Risiera di San Sabba.
Percorrendo questo sentiero molto facile si possono ammirare alcuni scorci e panorami bellissimi della città e del golfo di Trieste: questa è la strada vicentina o Napoleonica, come la chiamano i triestini. Sono cinque chilometri che collegano Opicina con Prosecco, immersi nel verde e nella natura (è possibile scegliere tra un'ampia strada di ghiaia o dei sentierini più stretti in mezzo al bosco), esposti in tratti al sole e al riparo dalla Bora. La via prende il nome da una leggenda secondo la quale pare che siano state le truppe napoleoniche a inaugurare la passeggiata; più probabile, invece, che l'altro nome del percorso "passeggiata vicentina" risalga al cognome dell'ingegnere Vicentini che progettò il tracciato.
21 persone del luogo consigliano
Strada Napoleonica
Strada Napoleonica
21 persone del luogo consigliano
Percorrendo questo sentiero molto facile si possono ammirare alcuni scorci e panorami bellissimi della città e del golfo di Trieste: questa è la strada vicentina o Napoleonica, come la chiamano i triestini. Sono cinque chilometri che collegano Opicina con Prosecco, immersi nel verde e nella natura (è possibile scegliere tra un'ampia strada di ghiaia o dei sentierini più stretti in mezzo al bosco), esposti in tratti al sole e al riparo dalla Bora. La via prende il nome da una leggenda secondo la quale pare che siano state le truppe napoleoniche a inaugurare la passeggiata; più probabile, invece, che l'altro nome del percorso "passeggiata vicentina" risalga al cognome dell'ingegnere Vicentini che progettò il tracciato.
A pochi chilometri da Trieste, proprio al confine con la Slovenia, nel comune di San Dorligo della Valle - Dolina, l'altipiano carsico viene inciso da un solco vallivo. La Val Rosandra-Dolina Glinščice, oggi Riserva Naturale, nel centro del quale scorre l'unico corso d'acqua superficiale del Carso triestino, il Torrente Rosandra-Glinščica, che da sempre ha nutrito le sue piante, ha ospitato i suoi animali ed ha rappresentato un luogo magico per l'uomo. D'estate è possibile anche tuffarsi nelle sue acque, fredde ma limpide.
99 persone del luogo consigliano
Riserva naturale della Val Rosandra
507 Località Bagnoli della Rosandra
99 persone del luogo consigliano
A pochi chilometri da Trieste, proprio al confine con la Slovenia, nel comune di San Dorligo della Valle - Dolina, l'altipiano carsico viene inciso da un solco vallivo. La Val Rosandra-Dolina Glinščice, oggi Riserva Naturale, nel centro del quale scorre l'unico corso d'acqua superficiale del Carso triestino, il Torrente Rosandra-Glinščica, che da sempre ha nutrito le sue piante, ha ospitato i suoi animali ed ha rappresentato un luogo magico per l'uomo. D'estate è possibile anche tuffarsi nelle sue acque, fredde ma limpide.
La Grotta Gigante è una cavità enorme nel Carso triestino, annoverata nel Guinness dei Primati perché è la più grande del mondo aperta al pubblico (130 metri di lunghezza, 107 di altezza, 65 metri in larghezza). Le particolarità di questa grotta, oltre le dimensioni, sono le stalagmiti a forma di palme, alte più di dieci metri, e uno scheletro di un mammifero (ursus spelaeus) che abitava questa grotta millenni fa.
6 persone del luogo consigliano
Borgo Grotta Gigante
6 persone del luogo consigliano
La Grotta Gigante è una cavità enorme nel Carso triestino, annoverata nel Guinness dei Primati perché è la più grande del mondo aperta al pubblico (130 metri di lunghezza, 107 di altezza, 65 metri in larghezza). Le particolarità di questa grotta, oltre le dimensioni, sono le stalagmiti a forma di palme, alte più di dieci metri, e uno scheletro di un mammifero (ursus spelaeus) che abitava questa grotta millenni fa.
Il faro della vittoria fu progettato dall’architetto Arduino Berlam, è stato inaugurato nel 1923 e non è solo un faro che guida le navi nella notte, ma anche un monumento commemorativo, dedicato ai caduti del mare della Grande Guerra: lo testimonia anche l’iscrizione sulla sua base: “Splendi e ricorda i caduti sul mare”. Rivestito di pietra del Carso e dell’Istria, è sormontato da una statua della Vittoria Alata e sotto il faro si trova l’ancora del cacciatorpediniere Audace, al quale si deve il nome del Molo antistante piazza Unità d’Italia. Dal faro si gode anche di una splendida vista sul golfo di Trieste ed è punto d’eccezione per guardare la famosa regata Barcolana.
36 persone del luogo consigliano
Faro della Vittoria
141 Str. del Friuli
36 persone del luogo consigliano
Il faro della vittoria fu progettato dall’architetto Arduino Berlam, è stato inaugurato nel 1923 e non è solo un faro che guida le navi nella notte, ma anche un monumento commemorativo, dedicato ai caduti del mare della Grande Guerra: lo testimonia anche l’iscrizione sulla sua base: “Splendi e ricorda i caduti sul mare”. Rivestito di pietra del Carso e dell’Istria, è sormontato da una statua della Vittoria Alata e sotto il faro si trova l’ancora del cacciatorpediniere Audace, al quale si deve il nome del Molo antistante piazza Unità d’Italia. Dal faro si gode anche di una splendida vista sul golfo di Trieste ed è punto d’eccezione per guardare la famosa regata Barcolana.

Offerta gastronomica

locale storico con radici nella tradizione austro-ungarica
86 persone del luogo consigliano
Buffet da Pepi
3 Via della Cassa di Risparmio
86 persone del luogo consigliano
locale storico con radici nella tradizione austro-ungarica
una cucina con tradizioni slave e austriache, come prosciutto in crosta, crauti con salsicce, senape e kren (rafano).
68 persone del luogo consigliano
Da Siora Rosa
3 Piazza Attilio Hortis
68 persone del luogo consigliano
una cucina con tradizioni slave e austriache, come prosciutto in crosta, crauti con salsicce, senape e kren (rafano).
Fra i suoi piatti propone il gulasch ungherese e le palacinka, la crêpe alla bavarese, in versione dolce e salata. Senza dimenticare la jota e i fusi istriani con spezzatino di gallina
35 persone del luogo consigliano
Suban
2 Via Emilio Comici
35 persone del luogo consigliano
Fra i suoi piatti propone il gulasch ungherese e le palacinka, la crêpe alla bavarese, in versione dolce e salata. Senza dimenticare la jota e i fusi istriani con spezzatino di gallina
Il Caffè San Marco è uno dei più belli e antichi Caffè storici di Trieste. Fondato nel 1914, è un luogo intriso di storia.
100 persone del luogo consigliano
Caffè San Marco
18 Via Cesare Battisti
100 persone del luogo consigliano
Il Caffè San Marco è uno dei più belli e antichi Caffè storici di Trieste. Fondato nel 1914, è un luogo intriso di storia.
Fondato nel 1839, è l'unico rimasto tra i quattro caffè che un tempo si trovavano nell'allora Piazza Grande. All'interno si respira tutta l'atmosfera dell'Impero Asburgico.
70 persone del luogo consigliano
Caffè degli Specchi
7 Piazza Unità d'Italia
70 persone del luogo consigliano
Fondato nel 1839, è l'unico rimasto tra i quattro caffè che un tempo si trovavano nell'allora Piazza Grande. All'interno si respira tutta l'atmosfera dell'Impero Asburgico.
se cercate divertimento e bar con musica e aperitivi, nonché anche ristoranti molto frequentati, allora visitate Via Torino dove si trovano la maggior parte dei bar e ristoranti addatti per chi ha voglia di aria di festa
33 persone del luogo consigliano
Via Torino
Via Torino
33 persone del luogo consigliano
se cercate divertimento e bar con musica e aperitivi, nonché anche ristoranti molto frequentati, allora visitate Via Torino dove si trovano la maggior parte dei bar e ristoranti addatti per chi ha voglia di aria di festa
Al Barattolo offre buone pizze, grigliate di carne e di pesce, accanto ad una vasta varietà di piatti alla piastra. Buoni anche i primi piatti.
11 persone del luogo consigliano
Al Barattolo
2 Piazza Sant'Antonio Nuovo
11 persone del luogo consigliano
Al Barattolo offre buone pizze, grigliate di carne e di pesce, accanto ad una vasta varietà di piatti alla piastra. Buoni anche i primi piatti.