Guida di Ay Des House

Ay Des House
Ay Des House
Guida di Ay Des House

Offerta gastronomica

29 persone del luogo consigliano
Ristorante Casa Monica
16a Via San Rocco
29 persone del luogo consigliano
La tagliatella più buona del mondo è qui...!!
25 persone del luogo consigliano
Le Golosità Di Nonna Aurora Bologna
45/b Via Aristotile Fioravanti
25 persone del luogo consigliano
La tagliatella più buona del mondo è qui...!!
Antico mercato coperto, ristrutturato nel 2014, è uno dei principali luoghi della Movida Bolognese. La vasta offerta di bar e ristoranti mette tutti d’accordo, Ottimo posto dove poter consumare un aperitivo prima di recarsi a cena , oppure scegliere la variegata offerta di ristoranti per una deliziosa cena. Piacevole sia in estate nelle strade estreme vicine, piene di locali con tavoli all’aperto, ma anche ottima soluzione nella parte centrale del mercato coperta.
300 persone del luogo consigliano
Mercato delle Erbe
25 Via Ugo Bassi
300 persone del luogo consigliano
Antico mercato coperto, ristrutturato nel 2014, è uno dei principali luoghi della Movida Bolognese. La vasta offerta di bar e ristoranti mette tutti d’accordo, Ottimo posto dove poter consumare un aperitivo prima di recarsi a cena , oppure scegliere la variegata offerta di ristoranti per una deliziosa cena. Piacevole sia in estate nelle strade estreme vicine, piene di locali con tavoli all’aperto, ma anche ottima soluzione nella parte centrale del mercato coperta.
Il Mercato di Mezzo è, fin dal Medioevo, un luogo dei sapori e dell’incontro, del commercio, della memoria e della tradizione gastronomica della città. A seguito dell’Unità d’Italia è stato trasformato nel primo mercato coperto della città e, dopo l’intervento di riqualificazione del 2014, è oggi uno spazio dove acquistare o consumare sul posto prodotti enogastronomici e piatti di eccellenza. Il Mercato di Mezzo è aperto sette giorni su sette, dalle 8,30 fino a mezzanotte, e propone spesso appuntamenti di degustazione e incontri legati alla cultura del cibo.
182 persone del luogo consigliano
Mercato di Mezzo
12 Via Clavature
182 persone del luogo consigliano
Il Mercato di Mezzo è, fin dal Medioevo, un luogo dei sapori e dell’incontro, del commercio, della memoria e della tradizione gastronomica della città. A seguito dell’Unità d’Italia è stato trasformato nel primo mercato coperto della città e, dopo l’intervento di riqualificazione del 2014, è oggi uno spazio dove acquistare o consumare sul posto prodotti enogastronomici e piatti di eccellenza. Il Mercato di Mezzo è aperto sette giorni su sette, dalle 8,30 fino a mezzanotte, e propone spesso appuntamenti di degustazione e incontri legati alla cultura del cibo.
Locale intimo con travi in legno propone pasta e gnocchi tradizionali bolognesi, oltre a piatti tipici come le polpette.
38 persone del luogo consigliano
Osteria Al 15
13 Via Mirasole
38 persone del luogo consigliano
Locale intimo con travi in legno propone pasta e gnocchi tradizionali bolognesi, oltre a piatti tipici come le polpette.
Menù bolognese gourmet in locale dall'atmosfera romantica con interni rustico-chic, travi a vista e veranda. Si consiglia di prenotare
7 persone del luogo consigliano
La Bottega di Franco
112 Via Agucchi
7 persone del luogo consigliano
Menù bolognese gourmet in locale dall'atmosfera romantica con interni rustico-chic, travi a vista e veranda. Si consiglia di prenotare

Visite turistiche

Un rapido passaggio per uno scorcio insolito della città ed una bellissima foto da scattare
85 persone del luogo consigliano
Finestrella
16/a Via Piella
85 persone del luogo consigliano
Un rapido passaggio per uno scorcio insolito della città ed una bellissima foto da scattare
Punto panoramico migliore dal quale si può vedere Bologna dall’alto.
59 persone del luogo consigliano
San Michele In Bosco station
59 persone del luogo consigliano
Punto panoramico migliore dal quale si può vedere Bologna dall’alto.
Quello di Santo Stefano è il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri.È noto soprattutto come “sette chiese” perché composto dall’unione di più edifici sorti in epoche diverse. Le origini del complesso sono controverse e discusse. Secondo l’ipotesi più accreditata fu elevato da Petronio sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini. Sulla piazza si affacciano la chiesa del Crocifisso, di origine longobarda, del Calvario e dei SS. Vitale e Agricola e la chiesa della Trinità, ristrutturata fra il XII e il XIII secolo. All’interno si possono ammirare inoltre il Cortile di Pilato, con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi e il chiostro benedettino a duplice loggiato (sec. X-XIII), una delle più superbe creazioni del romanico emiliano. Da visitare infine il Museo che conserva dipinti, sculture e altre opere d'arte di varie epoche.
84 persone del luogo consigliano
Basilica Santo Stefano
24 Via Santo Stefano
84 persone del luogo consigliano
Quello di Santo Stefano è il complesso più singolare di Bologna, vero santuario cittadino e culla della fede dei padri.È noto soprattutto come “sette chiese” perché composto dall’unione di più edifici sorti in epoche diverse. Le origini del complesso sono controverse e discusse. Secondo l’ipotesi più accreditata fu elevato da Petronio sulle rovine di un tempio pagano preesistente, vicino al quale sarebbero state poi affiancate una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e, accanto al sacello con le spoglie dei protomartiri bolognesi Vitale e Agricola, gli edifici eretti fra il X e il XIII secolo dai Benedettini. Sulla piazza si affacciano la chiesa del Crocifisso, di origine longobarda, del Calvario e dei SS. Vitale e Agricola e la chiesa della Trinità, ristrutturata fra il XII e il XIII secolo. All’interno si possono ammirare inoltre il Cortile di Pilato, con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi e il chiostro benedettino a duplice loggiato (sec. X-XIII), una delle più superbe creazioni del romanico emiliano. Da visitare infine il Museo che conserva dipinti, sculture e altre opere d'arte di varie epoche.
Con i suoi 97,2 metri la Torre degli Asinelli è la torre medievale pendente più alta del mondo. Edificata tra il 1109 e il 1119, è una delle venti ancora visibili dell’antica Turrita Bologna. La Torre degli Asinelli ha anche una sorella minore, la Garisenda, insieme alla quale è simbolo della città. Gli anni non contano e neanche la pendenza: puoi salire sulla Torre degli Asinelli e ammirare il panorama unico che ti si aprirà davanti. Vuoi provare l’emozione? Solo 498 gradini per cambiare prospettiva sulla città.
306 persone del luogo consigliano
Two Towers
Piazza di Porta Ravegnana
306 persone del luogo consigliano
Con i suoi 97,2 metri la Torre degli Asinelli è la torre medievale pendente più alta del mondo. Edificata tra il 1109 e il 1119, è una delle venti ancora visibili dell’antica Turrita Bologna. La Torre degli Asinelli ha anche una sorella minore, la Garisenda, insieme alla quale è simbolo della città. Gli anni non contano e neanche la pendenza: puoi salire sulla Torre degli Asinelli e ammirare il panorama unico che ti si aprirà davanti. Vuoi provare l’emozione? Solo 498 gradini per cambiare prospettiva sulla città.
Il Santuario di San Luca, che sorge sul Colle della Guardia, è da secoli simbolo di Bologna oltre che oggetto di culto religioso. È collegato al centro città da una strada che, a partire da Porta Saragozza, si snoda per quattro chilometri in un porticato che, con le sue oltre 600 arcate, è il più lungo al mondo e, con gli altri portici della città, candidato nel 2019 a divenire Patrimonio Mondiale UNESCO. Percorso ogni anno dal 1433, durante la Settimana dell’Ascensione, da una processione che conduce la bizantina Madonna con Bambino alla cattedrale, il porticato fu realizzato a partire dal 1674. Successiva è invece la costruzione della chiesa del santuario, risalente al XVIII secolo, in sostituzione di una precedente costruzione quattrocentesca. Dal santuario si può godere di una meravigliosa vista sul paesaggio circostante. Inoltre, l’apertura a partire dal 2017 del terrazzino panoramico, permette, a un’altezza circa di 42 metri sul livello del Colle della Guardia (300 mt sul livello del mare), di ammirare una veduta unica di Bologna, a 180 gradi, dai colli, fino al centro e a Casalecchio di Reno.
366 persone del luogo consigliano
Santuario della Madonna di San Luca
36 Via di San Luca
366 persone del luogo consigliano
Il Santuario di San Luca, che sorge sul Colle della Guardia, è da secoli simbolo di Bologna oltre che oggetto di culto religioso. È collegato al centro città da una strada che, a partire da Porta Saragozza, si snoda per quattro chilometri in un porticato che, con le sue oltre 600 arcate, è il più lungo al mondo e, con gli altri portici della città, candidato nel 2019 a divenire Patrimonio Mondiale UNESCO. Percorso ogni anno dal 1433, durante la Settimana dell’Ascensione, da una processione che conduce la bizantina Madonna con Bambino alla cattedrale, il porticato fu realizzato a partire dal 1674. Successiva è invece la costruzione della chiesa del santuario, risalente al XVIII secolo, in sostituzione di una precedente costruzione quattrocentesca. Dal santuario si può godere di una meravigliosa vista sul paesaggio circostante. Inoltre, l’apertura a partire dal 2017 del terrazzino panoramico, permette, a un’altezza circa di 42 metri sul livello del Colle della Guardia (300 mt sul livello del mare), di ammirare una veduta unica di Bologna, a 180 gradi, dai colli, fino al centro e a Casalecchio di Reno.
Il Museo Ducati è un museo tecnologico situato a Bologna nei pressi dell'azienda Ducati. L'esposizione raccoglie numerosi modelli delle motociclette prodotte dalla Ducati, altre ad altri oggetti. Dopo essere stato presentato il 12 giugno 1998 durante la prima edizione della World Ducati Week[1], il museo è stato inaugurato ed aperto al pubblico il successivo 16 ottobre 1998.
87 persone del luogo consigliano
Museo Ducati
3 Via Antonio Cavalieri Ducati
87 persone del luogo consigliano
Il Museo Ducati è un museo tecnologico situato a Bologna nei pressi dell'azienda Ducati. L'esposizione raccoglie numerosi modelli delle motociclette prodotte dalla Ducati, altre ad altri oggetti. Dopo essere stato presentato il 12 giugno 1998 durante la prima edizione della World Ducati Week[1], il museo è stato inaugurato ed aperto al pubblico il successivo 16 ottobre 1998.

Le Guide ai Quartieri

Il ghetto di Bologna, in pieno centro medievale, conserva, ancor oggi, la propria struttura urbanistica originaria. La zona presenta quegli stessi paesaggi cupi, gli stretti androni e cortili dove furono rinchiusi dallo Stato della Chiesa gli ebrei di Bologna a partire dal 1556. Vi rimasero inizialmente fino al 1569, quando furono espulsi una prima volta, e poi ancora tra il 1586, quando fu loro permesso di rientrare a Bologna, e il 1593, quando furono definitivamente cacciati: 900 persone lasciarono la città e per oltre due secoli non fu permesso a un gruppo ebraico organizzato di vivere in città. La via dell’Inferno era l’arteria principale del ghetto, verso la quale confluiva un intreccio di stradine: via dei Giudei (un tempo via S. Marco e poi via delle due Torri), via Canonica (un tempo via Canonica S. Donato), vicolo di S. Giobbe, vicolo Mandria, via del Carro e via Valdonica. Una vasta area, dunque, chiusa da due cancelli: il primo si trovava all’imbocco di via dei Giudei; il secondo nell’attuale via Oberdan (un tempo via Cavaliera), nell’arcone che dà su vicolo Mandria attraverso l’attuale vicolo Tubertini. In via dell’Inferno al numero 16 vi era la sinagoga. Oggi sull’edificio vi è stata collocata una lapide ricordo. La Bologna ebraica del Quattrocento era un importante centro di studi ebraici, grazie alla presenza di dotti rabbini e di tipografie dove erano stampati i libri sacri. Dal 1525 Ovadià Sforno aveva diretto in città una scuola di studi talmudici; quanto ad Azzarià de’ Rossi, uno dei principali studiosi del XVI secolo, aveva soggiornato a lungo a Bologna. Nel 1488 all’Università cittadina era stata istituita una cattedra di ebraismo. Nello stesso periodo avevano assunto una notevole importanza i banchi feneratizi, che operavano nell’attuale piazza delle Mercanzia. Molti dei prestatori avevano esteso la propria attività ai centri della provincia, aprendo filiali in S. Giovanni in Persiceto, Cento, Castel S: Pietro, Savigno, Budrio, Castelfranco Emilia e Crevalcore. Fiorentissimo, sia pure per breve periodo, era stato quello di Oliveto di Monteveglio, aperto nel 1393. Ma questo clima di operosa attività andò poco alla volta deteriorandosi: nel 1417 fu imposto agli ebrei il segno distintivo, una rotella gialla sul petto, per gli uomini, e un velo giallo per le donne, lo stesso velo che dovevano portare per strada le prostitute. Fino a che, nel 1593, tutto il gruppo dovette lasciare definitivamente la città. Con la teorizzazione del ghetto da parte di papa Paolo IV (1555), nello Stato della Chiesa furono istituiti due soli ghetti dove gli ebrei potevano risiedere: Roma ed Ancona. Nel 1639, infine, papa Urbano VIII aveva ordinato che tutti gli ebrei della Legazione pontificia fossero concentrati in tre ghetti: Ferrara, Lugo e Cento. Per gli ebrei di Bologna non c’era stata scelta e molti si rifugiarono nella vicina Cento. Torneranno a Bologna solo alla fine dell’Ottocento. Sembra, infatti, che, quando le truppe napoleoniche posarono sull’albero della Libertà le Tavole della Legge, non vivessero ebrei in città e che questo atto fosse un semplice tributo simbolico. Certamente però, nel corso dei secoli precedenti, qualche viandante ebreo era passato per Bologna, tant’è vero che esisteva un solo luogo dove poteva soggiornare: l’Osteria del Cappello Rosso (esiste ancora un albergo con questo nome: in via de’ Fusari al numero 9).
73 persone del luogo consigliano
Ghetto Ebraico
73 persone del luogo consigliano
Il ghetto di Bologna, in pieno centro medievale, conserva, ancor oggi, la propria struttura urbanistica originaria. La zona presenta quegli stessi paesaggi cupi, gli stretti androni e cortili dove furono rinchiusi dallo Stato della Chiesa gli ebrei di Bologna a partire dal 1556. Vi rimasero inizialmente fino al 1569, quando furono espulsi una prima volta, e poi ancora tra il 1586, quando fu loro permesso di rientrare a Bologna, e il 1593, quando furono definitivamente cacciati: 900 persone lasciarono la città e per oltre due secoli non fu permesso a un gruppo ebraico organizzato di vivere in città. La via dell’Inferno era l’arteria principale del ghetto, verso la quale confluiva un intreccio di stradine: via dei Giudei (un tempo via S. Marco e poi via delle due Torri), via Canonica (un tempo via Canonica S. Donato), vicolo di S. Giobbe, vicolo Mandria, via del Carro e via Valdonica. Una vasta area, dunque, chiusa da due cancelli: il primo si trovava all’imbocco di via dei Giudei; il secondo nell’attuale via Oberdan (un tempo via Cavaliera), nell’arcone che dà su vicolo Mandria attraverso l’attuale vicolo Tubertini. In via dell’Inferno al numero 16 vi era la sinagoga. Oggi sull’edificio vi è stata collocata una lapide ricordo. La Bologna ebraica del Quattrocento era un importante centro di studi ebraici, grazie alla presenza di dotti rabbini e di tipografie dove erano stampati i libri sacri. Dal 1525 Ovadià Sforno aveva diretto in città una scuola di studi talmudici; quanto ad Azzarià de’ Rossi, uno dei principali studiosi del XVI secolo, aveva soggiornato a lungo a Bologna. Nel 1488 all’Università cittadina era stata istituita una cattedra di ebraismo. Nello stesso periodo avevano assunto una notevole importanza i banchi feneratizi, che operavano nell’attuale piazza delle Mercanzia. Molti dei prestatori avevano esteso la propria attività ai centri della provincia, aprendo filiali in S. Giovanni in Persiceto, Cento, Castel S: Pietro, Savigno, Budrio, Castelfranco Emilia e Crevalcore. Fiorentissimo, sia pure per breve periodo, era stato quello di Oliveto di Monteveglio, aperto nel 1393. Ma questo clima di operosa attività andò poco alla volta deteriorandosi: nel 1417 fu imposto agli ebrei il segno distintivo, una rotella gialla sul petto, per gli uomini, e un velo giallo per le donne, lo stesso velo che dovevano portare per strada le prostitute. Fino a che, nel 1593, tutto il gruppo dovette lasciare definitivamente la città. Con la teorizzazione del ghetto da parte di papa Paolo IV (1555), nello Stato della Chiesa furono istituiti due soli ghetti dove gli ebrei potevano risiedere: Roma ed Ancona. Nel 1639, infine, papa Urbano VIII aveva ordinato che tutti gli ebrei della Legazione pontificia fossero concentrati in tre ghetti: Ferrara, Lugo e Cento. Per gli ebrei di Bologna non c’era stata scelta e molti si rifugiarono nella vicina Cento. Torneranno a Bologna solo alla fine dell’Ottocento. Sembra, infatti, che, quando le truppe napoleoniche posarono sull’albero della Libertà le Tavole della Legge, non vivessero ebrei in città e che questo atto fosse un semplice tributo simbolico. Certamente però, nel corso dei secoli precedenti, qualche viandante ebreo era passato per Bologna, tant’è vero che esisteva un solo luogo dove poteva soggiornare: l’Osteria del Cappello Rosso (esiste ancora un albergo con questo nome: in via de’ Fusari al numero 9).
Questo piccolo vicolo taglia il quartiere noto come Quadrilatero, che è stato una parte importante del centro di Bologna fin dal periodo medievale. Delimitato da Piazza Maggiore, Via Rizzoli, Piazza della Mercanzia, Via Farini, Piazza Galvani e Via dell'Archiginnasio, il Quadrilatero ospita da centinaia di anni mercati, botteghe di artigiani e commercianti, caffè e ristoranti. Ci sono bar in Via dei Rannocchi letteralmente dal 1465. È una zona di Bologna che non puoi perderti!
7 persone del luogo consigliano
Via Pescherie Vecchie
Via Pescherie Vecchie
7 persone del luogo consigliano
Questo piccolo vicolo taglia il quartiere noto come Quadrilatero, che è stato una parte importante del centro di Bologna fin dal periodo medievale. Delimitato da Piazza Maggiore, Via Rizzoli, Piazza della Mercanzia, Via Farini, Piazza Galvani e Via dell'Archiginnasio, il Quadrilatero ospita da centinaia di anni mercati, botteghe di artigiani e commercianti, caffè e ristoranti. Ci sono bar in Via dei Rannocchi letteralmente dal 1465. È una zona di Bologna che non puoi perderti!