Bellinzona

Xavi
Bellinzona

Visite turistiche

Bellinzona, la capitale del canton Ticino, storicamente era vista da Sud come l'entrata alla catena Alpina, mentre chi scendeva da Nord la considerava la "porta d'Italia". Bellinzona si presenta ancora oggi ricca di questa eredità storico-geografica lasciatele dal Medioevo, che pulsa dietro il fascino austero e rigoroso del borgo lombardo insediato nella chiusa naturale dell'arco alpino. Il visitatore può riscoprire questa ricchezza storica inoltrandosi nei i suoi vicoli e nelle sue piazze e soprattutto visitare i suoi tre castelli, esempi di incomparabile forza e virile bellezza, che raccontano secoli di storia scritta da romani e longobardi, svizzeri e milanesi. Iscritti nel Patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 2000, i tre Castelli di Bellinzona, così come altri monumenti storici e artistici del passato e del presente, sono comodamente accessibili, così da consentire una visita completa e affascinante. Non mancate infine, il sabato mattina nel centro storico della città, di visitare il mercato: scoprirete così le vie e le piazze di Bellinzona gioiosamente animate e potrete acquistare gustosi prodotti tipici.
Tipica fortezza sforzesca, le sue masse murarie sono ridotte all'essenzialità di una figura geometrica. Nella corte quadrata chiusa tra alte muraglie s'innestano il mastio dalle possenti spalle che raggiungono i metri 4.70 di spessore, e la torre di vedetta. Assieme ai castelli di Castelgrande e Montebello è stato inserito nel patrimonio mondiale dell’UNESCOche constituisce la principale attrazione della capitale ticinese. Il Castello di Sasso Corbaro si erge elegante a 230 metri sopra Bellinzona sovrastando l'intera città. Questa posizione rende Sasso Corbaro un fantastico punto panoramico: la vista si allarga, verso settentrione, fino alla valle Riviera dominata dal pizzo di Claro, e verso meridione si spinge sino al bacino del lago Maggiore in territorio italiano. Una visita ai Castelli di Bellinzona è d’obbligo per chiunque si trovi in Ticino. La lunga storia dei Castelli di Bellinzona è oggi presentata in tre musei aperti al pubblico. Per queste Castelli di Bellinzona in tutta comodità è possibile fare un giro con Artù, il trenino dei castelli. Apertura museo e InfoPoint 16.03.2019 - 03.11.2019: dalle 10:00 alle 18.00 Apertura 2020 04.04.2020: dalle 10:00 alle 18.00 Accessibilità L’accesso pedonale ai Castelli per le persone con mobilità ridotta è solo parziale. Per maggiori informazioni contattare l’InfoPoint del Castello.
18 persone del luogo consigliano
Castello di Sasso Corbaro
44 Via Sasso Corbaro
18 persone del luogo consigliano
Tipica fortezza sforzesca, le sue masse murarie sono ridotte all'essenzialità di una figura geometrica. Nella corte quadrata chiusa tra alte muraglie s'innestano il mastio dalle possenti spalle che raggiungono i metri 4.70 di spessore, e la torre di vedetta. Assieme ai castelli di Castelgrande e Montebello è stato inserito nel patrimonio mondiale dell’UNESCOche constituisce la principale attrazione della capitale ticinese. Il Castello di Sasso Corbaro si erge elegante a 230 metri sopra Bellinzona sovrastando l'intera città. Questa posizione rende Sasso Corbaro un fantastico punto panoramico: la vista si allarga, verso settentrione, fino alla valle Riviera dominata dal pizzo di Claro, e verso meridione si spinge sino al bacino del lago Maggiore in territorio italiano. Una visita ai Castelli di Bellinzona è d’obbligo per chiunque si trovi in Ticino. La lunga storia dei Castelli di Bellinzona è oggi presentata in tre musei aperti al pubblico. Per queste Castelli di Bellinzona in tutta comodità è possibile fare un giro con Artù, il trenino dei castelli. Apertura museo e InfoPoint 16.03.2019 - 03.11.2019: dalle 10:00 alle 18.00 Apertura 2020 04.04.2020: dalle 10:00 alle 18.00 Accessibilità L’accesso pedonale ai Castelli per le persone con mobilità ridotta è solo parziale. Per maggiori informazioni contattare l’InfoPoint del Castello.
Il Museo Civico di Villa dei Cedri ha sede in un edificio dal carattere di villa suburbana, frutto del rimaneggiamento in stile palladiano, avvenuto verso il 1920, della originaria costruzione neoclassica risalente al 1860. Aperto al pubblico nel 1985, custodisce una collezione permanente dove è contemplata l’arte di area ticinese, lombarda e svizzera dalla seconda metà del XIX secolo fino ai nostri giorni. Il Museo è particolarmente apprezzato dai visitatori anche per il suo parco, unico nel suo genere nella regione bellinzonese e per il vigneto situato dietro la villa che produce dell’apprezzato Merlot. La collezione del Museo è rappresentata da opere che hanno fortemente caratterizzato il periodo di passaggio dal realismo al simbolismo (Segantini, Grubicy de Dragon, Pellizza da Volpedo, Rossi, Franzoni, Feragutti-Visconti, Berta, Chiesa e Vela), le tematiche del Novecento e le loro elaborazioni regionali (Carpi, De Grada, Corty, Foglia, Gonzato, Ribola, Sartori, Tallone e Tosi), l’informale – nella sua duplice matrice lirico/astratta – oppure di forte valenza espressiva (Cavalli, della Torre, Ferrari, Gabai, Lavagnino, Lucchini, Palerma, Repetto, Sirotti, Spreafico, Strazza). Punto forte della collezione è però l’opera su carta che predilige il lavoro artistico più intimo e più riflessivo degli artisti e che rappresenta oggi ben due terzi della collezione. Altra particolarità del Museo sono i fondi monografici la cui storia risale ad una ventina di anna fa con la creazione dei primi fondi dedicati a Massimo Cavalli e Ubaldo Monico, seguiti poi da quelli di Giovanni Molteni, Giuseppe Foglia, Giovanni Genucchi, Giuseppe Bolzani, la famiglia d’artisti Mercoli, Renzo Ferrari, Paolo Mazzucchelli, Edmondo Dobrzanski, Edoardo Berta, Filippo Boldini, Giulia Napoleone, Enrico della Torre, Italo Valenti, Gianni Metalli e, negli ultimi anni, da quelli dedicati a Fernando Bordoni e Fiorenza Bassetti. Le opere conservate nella collezione vengono esposte periodicamente in progetti particolari o a complemento delle opere e del tema delle mostre temporanee. Il programma espositivo prevede di regola da due a tre mostre all’anno con proposte che variano da progetti innovativi a esposizioni dal formato più classico. Il Museo propone su richiesta scritta le seguenti visite guidate per gruppi (fino a 25 persone): visite guidate a tutte le mostre in corso al Museo Civico Villa dei Cedri (durata circa 1 ora). Prezzo: CHF 180.- (in italiano) / CHF 200.- (in lingua straniera); visite storico-botaniche della Villa dei Cedri e del suo parco (durata circa 1 ora). Prezzo: CHF 180.- (in italiano) / CHF 200.- (in lingua straniera); visite combinate: visita guidata alla mostra in corso seguita da una visita storico-botanica della Villa dei Cedri e del suo parco (durata minima 1 ora e mezza). Prezzo: CHF 220.- (in italiano) / CHF 250.- (in lingua straniera). Caratteristiche ORARI Lunedì: chiuso Martedì: chiuso Mercoledì: 14:00 - 18:00 Giovedì: 14:00 - 18:00 Venerdì: 14:00 - 18:00 Sabato: 10:00 - 18:00 Domenica: 10:00 - 18:00
11 persone del luogo consigliano
Museo Villa dei Cedri
9 Via S. Biagio
11 persone del luogo consigliano
Il Museo Civico di Villa dei Cedri ha sede in un edificio dal carattere di villa suburbana, frutto del rimaneggiamento in stile palladiano, avvenuto verso il 1920, della originaria costruzione neoclassica risalente al 1860. Aperto al pubblico nel 1985, custodisce una collezione permanente dove è contemplata l’arte di area ticinese, lombarda e svizzera dalla seconda metà del XIX secolo fino ai nostri giorni. Il Museo è particolarmente apprezzato dai visitatori anche per il suo parco, unico nel suo genere nella regione bellinzonese e per il vigneto situato dietro la villa che produce dell’apprezzato Merlot. La collezione del Museo è rappresentata da opere che hanno fortemente caratterizzato il periodo di passaggio dal realismo al simbolismo (Segantini, Grubicy de Dragon, Pellizza da Volpedo, Rossi, Franzoni, Feragutti-Visconti, Berta, Chiesa e Vela), le tematiche del Novecento e le loro elaborazioni regionali (Carpi, De Grada, Corty, Foglia, Gonzato, Ribola, Sartori, Tallone e Tosi), l’informale – nella sua duplice matrice lirico/astratta – oppure di forte valenza espressiva (Cavalli, della Torre, Ferrari, Gabai, Lavagnino, Lucchini, Palerma, Repetto, Sirotti, Spreafico, Strazza). Punto forte della collezione è però l’opera su carta che predilige il lavoro artistico più intimo e più riflessivo degli artisti e che rappresenta oggi ben due terzi della collezione. Altra particolarità del Museo sono i fondi monografici la cui storia risale ad una ventina di anna fa con la creazione dei primi fondi dedicati a Massimo Cavalli e Ubaldo Monico, seguiti poi da quelli di Giovanni Molteni, Giuseppe Foglia, Giovanni Genucchi, Giuseppe Bolzani, la famiglia d’artisti Mercoli, Renzo Ferrari, Paolo Mazzucchelli, Edmondo Dobrzanski, Edoardo Berta, Filippo Boldini, Giulia Napoleone, Enrico della Torre, Italo Valenti, Gianni Metalli e, negli ultimi anni, da quelli dedicati a Fernando Bordoni e Fiorenza Bassetti. Le opere conservate nella collezione vengono esposte periodicamente in progetti particolari o a complemento delle opere e del tema delle mostre temporanee. Il programma espositivo prevede di regola da due a tre mostre all’anno con proposte che variano da progetti innovativi a esposizioni dal formato più classico. Il Museo propone su richiesta scritta le seguenti visite guidate per gruppi (fino a 25 persone): visite guidate a tutte le mostre in corso al Museo Civico Villa dei Cedri (durata circa 1 ora). Prezzo: CHF 180.- (in italiano) / CHF 200.- (in lingua straniera); visite storico-botaniche della Villa dei Cedri e del suo parco (durata circa 1 ora). Prezzo: CHF 180.- (in italiano) / CHF 200.- (in lingua straniera); visite combinate: visita guidata alla mostra in corso seguita da una visita storico-botanica della Villa dei Cedri e del suo parco (durata minima 1 ora e mezza). Prezzo: CHF 220.- (in italiano) / CHF 250.- (in lingua straniera). Caratteristiche ORARI Lunedì: chiuso Martedì: chiuso Mercoledì: 14:00 - 18:00 Giovedì: 14:00 - 18:00 Venerdì: 14:00 - 18:00 Sabato: 10:00 - 18:00 Domenica: 10:00 - 18:00
Il mercato di Bellinzona è una manifestazione popolare che si è affermata come una delle più valide tradizioni ticinesi. Nel centro storico della città, fra le insegne delle antiche locande, variopinte bancarelle ben disposte invogliano il visitatore all'acquisto di prodotti freschi, di ottima qualità e presentazione a prezzi favorevoli. Il mercato offre i migliori prodotti dell'orticoltura e della frutticoltura ticinese e le primizie stagionali; sono in vendita specialità della salumeria preparate secondo le antiche ricette casalinghe e gustosi formaggini delle valli con il buon pane ticinese; il tutto in una scenografia di fiori di stagione. Accanto alle gioie della tavola sono offerti altri svariati oggetti, dalla chincaglieria ai vestiti, passando dalla ferramenta fino ai migliori prodotti dell'artigianato, realizzati questi ultimi in parte anche sul posto davanti agli occhi incuriositi del visitatore. Il mercato è diventato simpatico luogo d' incontro per la popolazione e molti ristoratori offrono un buon pranzo ticinese a prezzi modici. Quando: Sabato dalle 7.30 alle 13.00 - versione completa del mercato Mercoledì dalle 10.00 alle 16.00 - versione ridotta del mercato, solo nei mesi di maggio-giugno e settembre-ottobre (ultimo appuntamento 30.10.2019) Caratteristiche PRODOTTI TIPICI Formaggi , Salumi , Specialità , Vini SHOPPING Mercati ticinesi
7 persone del luogo consigliano
Mercato di Bellinzona
2 Viale Stazione
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Il mercato di Bellinzona è una manifestazione popolare che si è affermata come una delle più valide tradizioni ticinesi. Nel centro storico della città, fra le insegne delle antiche locande, variopinte bancarelle ben disposte invogliano il visitatore all'acquisto di prodotti freschi, di ottima qualità e presentazione a prezzi favorevoli. Il mercato offre i migliori prodotti dell'orticoltura e della frutticoltura ticinese e le primizie stagionali; sono in vendita specialità della salumeria preparate secondo le antiche ricette casalinghe e gustosi formaggini delle valli con il buon pane ticinese; il tutto in una scenografia di fiori di stagione. Accanto alle gioie della tavola sono offerti altri svariati oggetti, dalla chincaglieria ai vestiti, passando dalla ferramenta fino ai migliori prodotti dell'artigianato, realizzati questi ultimi in parte anche sul posto davanti agli occhi incuriositi del visitatore. Il mercato è diventato simpatico luogo d' incontro per la popolazione e molti ristoratori offrono un buon pranzo ticinese a prezzi modici. Quando: Sabato dalle 7.30 alle 13.00 - versione completa del mercato Mercoledì dalle 10.00 alle 16.00 - versione ridotta del mercato, solo nei mesi di maggio-giugno e settembre-ottobre (ultimo appuntamento 30.10.2019) Caratteristiche PRODOTTI TIPICI Formaggi , Salumi , Specialità , Vini SHOPPING Mercati ticinesi
È un monumento del Rinascimento dovuto al disegno del maestro Tomaso Rodari di Maroggia, scultore e architetto del duomo di Como. La facciata di pietra bianca di Castione accoglie, tra le due porte laterali di gusto quattrocentesco, un portale sormontato dallo stemma della città. Particolarmente interessante è il rosone di cinque metri di diametro, formato da dodici raggi, eseguito tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Nell'interno del tempio, del XVI / XVII sec., l'unica navata ricca di stucchi secenteschi è dotata di una doppia fila di cappelle ornate di dipinti su tela di diverse epoche, principalmente del XVII sec. dovute al pennello di noti artisti come Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Camillo Procaccini, Bartolomeo Roverio detto il Genovesino. Tra gli affreschi, quello detto degli «Angeli musicanti», opera eseguita verso il 1770 dal locarnese Giuseppe Antonio Felice Orelli. Bellissima è la «Crocifissione» che funge da pala sull'altare maggiore, attribuita a Simone Peterzano. Interessanti sono pure il pulpito di scagliola, colorata a imitazione di pregiati marmi (1784), e l'acquasantiera, chiamata anche «Fontana Trivulziana» per essere appartenuta nel sec. XV a Gian Giacomo Trivulzio, signore di Mesocco. Appoggiato al fianco settentrionale della Collegiata si trova l'Oratorio di S. Marta. L'edificio, che risale al XVII sec., venne rimaneggiato nel XVIII e restaurato negli anni 1967/1968. L'interno è costituito di un'aula rettangolare rivestita di affreschi del 1762 dovuti al pennello di pittori varesini. Affrescato è pure il soffitto a volta, nel centro della quale è raffigurato il Trionfo di S. Marta, la santa titolare che è inoltre effigiata in un simulacro ligneo secentesco che troneggia sull'unico altare marmoreo, consacrato nel 1763.
Piazza Collegiata
Piazza Collegiata
È un monumento del Rinascimento dovuto al disegno del maestro Tomaso Rodari di Maroggia, scultore e architetto del duomo di Como. La facciata di pietra bianca di Castione accoglie, tra le due porte laterali di gusto quattrocentesco, un portale sormontato dallo stemma della città. Particolarmente interessante è il rosone di cinque metri di diametro, formato da dodici raggi, eseguito tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Nell'interno del tempio, del XVI / XVII sec., l'unica navata ricca di stucchi secenteschi è dotata di una doppia fila di cappelle ornate di dipinti su tela di diverse epoche, principalmente del XVII sec. dovute al pennello di noti artisti come Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Camillo Procaccini, Bartolomeo Roverio detto il Genovesino. Tra gli affreschi, quello detto degli «Angeli musicanti», opera eseguita verso il 1770 dal locarnese Giuseppe Antonio Felice Orelli. Bellissima è la «Crocifissione» che funge da pala sull'altare maggiore, attribuita a Simone Peterzano. Interessanti sono pure il pulpito di scagliola, colorata a imitazione di pregiati marmi (1784), e l'acquasantiera, chiamata anche «Fontana Trivulziana» per essere appartenuta nel sec. XV a Gian Giacomo Trivulzio, signore di Mesocco. Appoggiato al fianco settentrionale della Collegiata si trova l'Oratorio di S. Marta. L'edificio, che risale al XVII sec., venne rimaneggiato nel XVIII e restaurato negli anni 1967/1968. L'interno è costituito di un'aula rettangolare rivestita di affreschi del 1762 dovuti al pennello di pittori varesini. Affrescato è pure il soffitto a volta, nel centro della quale è raffigurato il Trionfo di S. Marta, la santa titolare che è inoltre effigiata in un simulacro ligneo secentesco che troneggia sull'unico altare marmoreo, consacrato nel 1763.
Nel suo aspetto attuale, il Palazzo comunale di Bellinzona si deve al progetto elaborato tra il 1921 e il 1923 dall'architetto Enea Tallone (Milano 1876 – Lamone-Lugano 1937). I lavori di costruzione durarono dal 1924 a tutto il 1926 mentre l'inaugurazione si tenne nel 1929, in concomitanza con il Tiro federale, organizzato in quell'anno a Bellinzona. L'odierno Palazzo comunale di Bellinzona sorge sull'area del preesistente municipio, costruzione frutto di rimaneggiamenti che si succedettero fino a tutto il XIX secolo, ma risalente nelle sue parti più antiche almeno al XIV secolo. Nel 1924 venne completamente demolito per far posto al fabbricato progettato da Enea Tallone. Pochissime le vestigia sopravvissute e che sono annesse alla nuova costruzione; infatti, nonostante le intenzioni iniziali di preservare e inglobare nel nuovo palazzo le parti di maggior rilievo storico e architettonico del vecchio edificio, il loro degrado fu giudicato tale da impedirne il riutilizzo. Il principio generale seguito fu piuttosto quello del "rifacimento" e della "ricostruzione" di quanto si era provveduto a rilevare prima della distruzione. Nelle sue forme di ripresa medievale applicate al modello del "broletto" – il palazzo pubblico dei Comuni liberi dell'Italia, e della Lombardia in particolare – ma soprattutto nella preoccupazione di restituzione fedele delle testimonianze storiche e artistiche autoctone (o perlomeno del loro spirito), il Palazzo comunale di Bellinzona può essere letto come la manifestazione sul versante svizzero-italiano dei principi del cosiddetto "Heimatstil" (stile patrio), che ebbe grande diffusione nella Svizzera d'oltralpe fino a tutti gli anni della Seconda guerra mondiale. Inoltre, in quanto tale, il Palazzo comunale di Bellinzona costituisce un esempio unico in Ticino per il suo valore di rappresentanza e per la sua mole. La realizzazione dell'edificio richiese a maestranze artigiane e artistiche un coinvolgimento importante se non straordinario. Per questo motivo, si potrebbe anche osservare che, l'apprezzamento per la maestria degli anonimi artigiani del ferro, che con i loro lavori avevano abbellito le antiche case del centro di Bellinzona, espresso dall'inglese John Ruskin, scrittore e critico d'arte che soggiornò a Bellinzona nel 1858, trova settant'anni dopo una sua positiva conseguenza nel Palazzo comunale; si tratta infatti di una costruzione in cui le arti applicate – decorazione parietale, lavorazione del legno e del ferro in specie – rivestono un ruolo essenziale. Ad ogni buon conto, i fermenti ideologici che fanno capo a Ruskin e Morris vennero raccolti in Ticino, assieme agli insegnamenti di Emilio Motta e di Johann Rudolf Rahn, da Edoardo Berta, artista-pittore e pioniere nel campo della conservazione dei monumenti del passato. Vent'anni, tanto e anche più, dura l'ideazione del nuovo Palazzo comunale in piazza Nosetto, che, di fatto, si configura come il risultato delle aspirazioni culturali e della visione etica di tutta una generazione. Dalle prime indicazioni teoriche di Edoardo Berta del 1902 al progetto elaborato da Enea Tallone fra il 1921 e il 1923, e, ancora dopo, durante la sua esecuzione, l'edificio concentra su di sé significati che vanno oltre il mero aspetto architettonico. Al rinnovato entusiasmo civile, dovuto forse, in una certa misura, al formarsi della nuova Bellinzona (con Carasso, Daro e Ravecchia) ma soprattutto motivato dalla rivelazione del proprio passato storico e dall'orgoglio conseguente a questa scoperta, veniva ad unirsi la nascente coscienza della salvaguardia del patrimonio artistico (è del 1909 la prima Legge cantonale sulla conservazione dei monumenti storici e artistici). Non da ultimo, la questione del rifacimento del Municipio valse ad affermare i valori e i caratteri dell'italianità di Bellinzona e del Ticino quale fattore distintivo all'interno dell'appartenenza confederale. Seguendo il pensiero di Berta e di Francesco Chiesa – l'uomo di lettere che è stato l'autorità di riferimento in Ticino in materia di politica dei monumenti per quasi cinquant'anni, fino al 1959 – ci si richiamò allo stile romanico e rinascimentale in quanto sentiti autenticamente propri e fu la concezione "lombarda" sostenuta nel progetto di Tallone che trovò alla fine applicazione concreta. Tuttavia, a "firmare" il nuovo Palazzo comunale di Bellinzona, non fu soltanto l'architetto Enea Tallone, bensì occorre spartirne la paternità ideale fra più di un comprimario. Un ruolo di fondo ebbero per cominciare i vastissimi studi storici condotti da Eligio Pometta (che nel 1909 aveva pubblicato una pregevole Guida di Bellinzona) e dal fratello Giuseppe Pometta (compilatore delle Briciole di storia bellinzonese, dove dal 1922 al 1954 raccolse una miniera di notizie e documenti sulla sua città); studi ai quali ci si appoggiò a garanzia della veridicità delle ricostruzioni storiche. Parimenti, senza le registrazioni ragionate di Edoardo Berta, consegnate alla preziosissima serie dei "Monumenti storici ed artistici del Cantone Ticino", uscita fra il 1912 e il 1927, e specialmente senza l'inedita attenzione data, nel piano della collana dei "Monumenti", alle arti applicate – alla lavorazione del ferro (ringhiere ecc.) e del legno (in particolare, soffitti) a elementi funzionali e d'arredo come i camini – il Palazzo comunale di Bellinzona, nel cui insieme la presenza delle arti decorative è determinante, non avrebbe avuto la definizione che invece lo caratterizza. Ma è verosimilmente nella figura di Giuseppe Weith, polivalente personalità, capomastro e appassionato conoscitore di cose d'arte e di storia, che bisogna individuare "l'anima nascosta" del rifacimento del Municipio di Bellinzona. E non solo perché è stato l'ideatore dei quadri a graffito con le vedute dell'antica Bellinzona, comprese le lunette nei loggiati realizzate dal pittore Baldo Carugo. In qualità di assistente della direzione dei lavori, affidata all'ingegnere e capotecnico comunale Rocco Bonzanigo, Weith, bellinzonese anch'egli – nato nel 1872 e scomparso nel 1958 – ha infatti avuto l'opportunità di seguire la costruzione dell'edificio passo dopo passo. Un'opportunità che poteva ben apparirgli come il coronamento di lunghi anni dedicati allo studio e alla riproduzione delle architetture e degli arredi antichi, frutto di anonimi ma sapienti artisti-artigiani dei quali sapeva distinguere e apprezzare, con rispetto ed emozione, la qualità creativa.
Palazzo Civico Municipio Bellinzona
5 Piazza Nosetto
Nel suo aspetto attuale, il Palazzo comunale di Bellinzona si deve al progetto elaborato tra il 1921 e il 1923 dall'architetto Enea Tallone (Milano 1876 – Lamone-Lugano 1937). I lavori di costruzione durarono dal 1924 a tutto il 1926 mentre l'inaugurazione si tenne nel 1929, in concomitanza con il Tiro federale, organizzato in quell'anno a Bellinzona. L'odierno Palazzo comunale di Bellinzona sorge sull'area del preesistente municipio, costruzione frutto di rimaneggiamenti che si succedettero fino a tutto il XIX secolo, ma risalente nelle sue parti più antiche almeno al XIV secolo. Nel 1924 venne completamente demolito per far posto al fabbricato progettato da Enea Tallone. Pochissime le vestigia sopravvissute e che sono annesse alla nuova costruzione; infatti, nonostante le intenzioni iniziali di preservare e inglobare nel nuovo palazzo le parti di maggior rilievo storico e architettonico del vecchio edificio, il loro degrado fu giudicato tale da impedirne il riutilizzo. Il principio generale seguito fu piuttosto quello del "rifacimento" e della "ricostruzione" di quanto si era provveduto a rilevare prima della distruzione. Nelle sue forme di ripresa medievale applicate al modello del "broletto" – il palazzo pubblico dei Comuni liberi dell'Italia, e della Lombardia in particolare – ma soprattutto nella preoccupazione di restituzione fedele delle testimonianze storiche e artistiche autoctone (o perlomeno del loro spirito), il Palazzo comunale di Bellinzona può essere letto come la manifestazione sul versante svizzero-italiano dei principi del cosiddetto "Heimatstil" (stile patrio), che ebbe grande diffusione nella Svizzera d'oltralpe fino a tutti gli anni della Seconda guerra mondiale. Inoltre, in quanto tale, il Palazzo comunale di Bellinzona costituisce un esempio unico in Ticino per il suo valore di rappresentanza e per la sua mole. La realizzazione dell'edificio richiese a maestranze artigiane e artistiche un coinvolgimento importante se non straordinario. Per questo motivo, si potrebbe anche osservare che, l'apprezzamento per la maestria degli anonimi artigiani del ferro, che con i loro lavori avevano abbellito le antiche case del centro di Bellinzona, espresso dall'inglese John Ruskin, scrittore e critico d'arte che soggiornò a Bellinzona nel 1858, trova settant'anni dopo una sua positiva conseguenza nel Palazzo comunale; si tratta infatti di una costruzione in cui le arti applicate – decorazione parietale, lavorazione del legno e del ferro in specie – rivestono un ruolo essenziale. Ad ogni buon conto, i fermenti ideologici che fanno capo a Ruskin e Morris vennero raccolti in Ticino, assieme agli insegnamenti di Emilio Motta e di Johann Rudolf Rahn, da Edoardo Berta, artista-pittore e pioniere nel campo della conservazione dei monumenti del passato. Vent'anni, tanto e anche più, dura l'ideazione del nuovo Palazzo comunale in piazza Nosetto, che, di fatto, si configura come il risultato delle aspirazioni culturali e della visione etica di tutta una generazione. Dalle prime indicazioni teoriche di Edoardo Berta del 1902 al progetto elaborato da Enea Tallone fra il 1921 e il 1923, e, ancora dopo, durante la sua esecuzione, l'edificio concentra su di sé significati che vanno oltre il mero aspetto architettonico. Al rinnovato entusiasmo civile, dovuto forse, in una certa misura, al formarsi della nuova Bellinzona (con Carasso, Daro e Ravecchia) ma soprattutto motivato dalla rivelazione del proprio passato storico e dall'orgoglio conseguente a questa scoperta, veniva ad unirsi la nascente coscienza della salvaguardia del patrimonio artistico (è del 1909 la prima Legge cantonale sulla conservazione dei monumenti storici e artistici). Non da ultimo, la questione del rifacimento del Municipio valse ad affermare i valori e i caratteri dell'italianità di Bellinzona e del Ticino quale fattore distintivo all'interno dell'appartenenza confederale. Seguendo il pensiero di Berta e di Francesco Chiesa – l'uomo di lettere che è stato l'autorità di riferimento in Ticino in materia di politica dei monumenti per quasi cinquant'anni, fino al 1959 – ci si richiamò allo stile romanico e rinascimentale in quanto sentiti autenticamente propri e fu la concezione "lombarda" sostenuta nel progetto di Tallone che trovò alla fine applicazione concreta. Tuttavia, a "firmare" il nuovo Palazzo comunale di Bellinzona, non fu soltanto l'architetto Enea Tallone, bensì occorre spartirne la paternità ideale fra più di un comprimario. Un ruolo di fondo ebbero per cominciare i vastissimi studi storici condotti da Eligio Pometta (che nel 1909 aveva pubblicato una pregevole Guida di Bellinzona) e dal fratello Giuseppe Pometta (compilatore delle Briciole di storia bellinzonese, dove dal 1922 al 1954 raccolse una miniera di notizie e documenti sulla sua città); studi ai quali ci si appoggiò a garanzia della veridicità delle ricostruzioni storiche. Parimenti, senza le registrazioni ragionate di Edoardo Berta, consegnate alla preziosissima serie dei "Monumenti storici ed artistici del Cantone Ticino", uscita fra il 1912 e il 1927, e specialmente senza l'inedita attenzione data, nel piano della collana dei "Monumenti", alle arti applicate – alla lavorazione del ferro (ringhiere ecc.) e del legno (in particolare, soffitti) a elementi funzionali e d'arredo come i camini – il Palazzo comunale di Bellinzona, nel cui insieme la presenza delle arti decorative è determinante, non avrebbe avuto la definizione che invece lo caratterizza. Ma è verosimilmente nella figura di Giuseppe Weith, polivalente personalità, capomastro e appassionato conoscitore di cose d'arte e di storia, che bisogna individuare "l'anima nascosta" del rifacimento del Municipio di Bellinzona. E non solo perché è stato l'ideatore dei quadri a graffito con le vedute dell'antica Bellinzona, comprese le lunette nei loggiati realizzate dal pittore Baldo Carugo. In qualità di assistente della direzione dei lavori, affidata all'ingegnere e capotecnico comunale Rocco Bonzanigo, Weith, bellinzonese anch'egli – nato nel 1872 e scomparso nel 1958 – ha infatti avuto l'opportunità di seguire la costruzione dell'edificio passo dopo passo. Un'opportunità che poteva ben apparirgli come il coronamento di lunghi anni dedicati allo studio e alla riproduzione delle architetture e degli arredi antichi, frutto di anonimi ma sapienti artisti-artigiani dei quali sapeva distinguere e apprezzare, con rispetto ed emozione, la qualità creativa.

Offerta gastronomica

QUINTORNO è una vetrina dei produttori del territorio e dei prodotti locali, tipici e stagionali. È gestito dall’associazione mAGNo e nasce nell’ambito di un progetto di sviluppo regionale che mira alla valorizzazione di luoghi, prodotti e attività della verticalità territoriale. QUINTORNO risponde alla logica della filiera corta, processo che privilegia il passaggio diretto di un prodotto dall’azienda al consumatore. La collaborazione dei produttori locali ha permesso di riunire i loro singoli punti-vendita aziendali in un’unica vetrina, attraverso la quale s’intende anche promuovere e far conoscere il territorio da cui i prodotti stessi provengono. Non un semplice negozio, dunque, ma un centro culturale catalizzatore di proposte di tipo enogastronomico, turistico, paesaggistico, storico, artigianale e di altro genere. Quintorno offre le più buone e sane espressioni gastronomiche del territorio: dai vini alle birre ed ai distillati dai formaggi ai latticini in genere salumi, carne e pesce miele e derivati frutta e verdura farina e paste castagne e derivati conserve dolci e salate pane fresco e pasticceria succhi di frutta, sciroppi e gassose alimenti cucinati e pronti al consumo come minestrone e polenta Conduzione: Associazione mAGNo Produttore: Produttori del territorio Prodotti: Vendita diretta di prodotti locali tipici e stagionali Vendita: La vendita diretta dei prodotti locali tipici e stagionali avviene presso il negozio Quintorno, El Stradun 35, 6513 Monte Carasso. Orari di apertura del negozio: Dal Lunedì al Venerdì: 8.30 -12.00 e 16.00 – 19.00 Sabato: 9.00 -17.00 Caratteristiche PRODOTTI TIPICI Birra , Formaggi , Salumi , Specialità , Vini SHOPPING Boutique Town
Quintorno
35 El Stradún
QUINTORNO è una vetrina dei produttori del territorio e dei prodotti locali, tipici e stagionali. È gestito dall’associazione mAGNo e nasce nell’ambito di un progetto di sviluppo regionale che mira alla valorizzazione di luoghi, prodotti e attività della verticalità territoriale. QUINTORNO risponde alla logica della filiera corta, processo che privilegia il passaggio diretto di un prodotto dall’azienda al consumatore. La collaborazione dei produttori locali ha permesso di riunire i loro singoli punti-vendita aziendali in un’unica vetrina, attraverso la quale s’intende anche promuovere e far conoscere il territorio da cui i prodotti stessi provengono. Non un semplice negozio, dunque, ma un centro culturale catalizzatore di proposte di tipo enogastronomico, turistico, paesaggistico, storico, artigianale e di altro genere. Quintorno offre le più buone e sane espressioni gastronomiche del territorio: dai vini alle birre ed ai distillati dai formaggi ai latticini in genere salumi, carne e pesce miele e derivati frutta e verdura farina e paste castagne e derivati conserve dolci e salate pane fresco e pasticceria succhi di frutta, sciroppi e gassose alimenti cucinati e pronti al consumo come minestrone e polenta Conduzione: Associazione mAGNo Produttore: Produttori del territorio Prodotti: Vendita diretta di prodotti locali tipici e stagionali Vendita: La vendita diretta dei prodotti locali tipici e stagionali avviene presso il negozio Quintorno, El Stradun 35, 6513 Monte Carasso. Orari di apertura del negozio: Dal Lunedì al Venerdì: 8.30 -12.00 e 16.00 – 19.00 Sabato: 9.00 -17.00 Caratteristiche PRODOTTI TIPICI Birra , Formaggi , Salumi , Specialità , Vini SHOPPING Boutique Town
Birrificio nel centro storico di Bellinzona
8 persone del luogo consigliano
Il Fermento
12 Via Codeborgo
8 persone del luogo consigliano
Birrificio nel centro storico di Bellinzona
Ristorante all'interno del Castelgrande. Terrazza con vista imperdibile. Il Grotto San Michele vi attende con la sua favolosa terrazza esterna e la caratteristica sala a volta, fra le suggestive mura ed i vigneti di Castelgrande con vista panoramica sulla città di Bellinzona. Trovate una cucina che esprime la tipicità del territorio, riscoprendo i piatti della tradizione ticinese, accompagnata da un servizio cortese e personalizzato.
Grotto San Michele
18 Salita Castelgrande
Ristorante all'interno del Castelgrande. Terrazza con vista imperdibile. Il Grotto San Michele vi attende con la sua favolosa terrazza esterna e la caratteristica sala a volta, fra le suggestive mura ed i vigneti di Castelgrande con vista panoramica sulla città di Bellinzona. Trovate una cucina che esprime la tipicità del territorio, riscoprendo i piatti della tradizione ticinese, accompagnata da un servizio cortese e personalizzato.
Piccolo locale ideale per aperitivi. Personal e giovane e molto cordiale. Disponibile per richieste particolari anche per drink analcolici. Arredamento in legno molto caldo e accogliente.
6 persone del luogo consigliano
Convivio
4 Via della Posta
6 persone del luogo consigliano
Piccolo locale ideale per aperitivi. Personal e giovane e molto cordiale. Disponibile per richieste particolari anche per drink analcolici. Arredamento in legno molto caldo e accogliente.
Cantinin del Gatt - Trattoria ideale per pranzare durante la settimana a trattoria continua anche oggi la tradizione di ospitalità di Bellinzona, di accoglienza di coloro che transitando nel centro storico si fermavano nel borgo medioevale per mangiare e riposare. Anticamente come oggi la trattoria accoglie chi si ferma o è di passaggio. Il locale che si trova all'interno di un antica casa della metà dell'ottocento, è stato recentemente ristrutturato, nel rispetto dello stile originario. Come pure il nome della trattoria, “Cantinin dal Gatt” è rimasto, nella tipicità e nella singolarità del luogo, fatto di storia, di conservazione delle tradizioni, fatto di scenografie suggestive nelle sale e nell'ubicazione a ridosso della cinta muraria medioevale del Castel Grande. Il locale è gestito da giovani motivati ed entusiasti La storia continua… oltre la tradizione… Oggi la trattoria può accogliere fino a 50 persone. L'ambiente creato dalla particolare struttura dei locali, predilige sia l'intimità famigliare per occasioni particolari, che i ritrovi tra amici e compagnie, o per cene o pranzi di lavoro. Il ristorante si compone della vecchia sala, già esistente in precedenza, con adiacente la saletta denominata "cantinin" ideale per incontri discreti, e per gruppetti fino a 6 persone. Dietro al bar si apre la nuova sala, caratterizzata da splendide volte, a mattonelle, con pareti di diversa struttura, dal granito alla roccia del castello. Camminando attraverso il locale, si notano due ampi vetri che fanno da pavimento e che permettono di avere una suggestiva visione sulla cantina sottostante. Per accedervi, bisogna olltrepassare una porta ricavata da una splendida vecchia botte. La cantina in granito a volta permette all'ospite (per un massimo di 8 persone) di scegliere il vino di suo gradimento per accompagnare il pasto o semplicemente per assaporare un ottimo aperitivo in un ambiente diverso prima di passare a tavola.
Vicolo al Sasso 4
4 Vicolo al Sasso
Cantinin del Gatt - Trattoria ideale per pranzare durante la settimana a trattoria continua anche oggi la tradizione di ospitalità di Bellinzona, di accoglienza di coloro che transitando nel centro storico si fermavano nel borgo medioevale per mangiare e riposare. Anticamente come oggi la trattoria accoglie chi si ferma o è di passaggio. Il locale che si trova all'interno di un antica casa della metà dell'ottocento, è stato recentemente ristrutturato, nel rispetto dello stile originario. Come pure il nome della trattoria, “Cantinin dal Gatt” è rimasto, nella tipicità e nella singolarità del luogo, fatto di storia, di conservazione delle tradizioni, fatto di scenografie suggestive nelle sale e nell'ubicazione a ridosso della cinta muraria medioevale del Castel Grande. Il locale è gestito da giovani motivati ed entusiasti La storia continua… oltre la tradizione… Oggi la trattoria può accogliere fino a 50 persone. L'ambiente creato dalla particolare struttura dei locali, predilige sia l'intimità famigliare per occasioni particolari, che i ritrovi tra amici e compagnie, o per cene o pranzi di lavoro. Il ristorante si compone della vecchia sala, già esistente in precedenza, con adiacente la saletta denominata "cantinin" ideale per incontri discreti, e per gruppetti fino a 6 persone. Dietro al bar si apre la nuova sala, caratterizzata da splendide volte, a mattonelle, con pareti di diversa struttura, dal granito alla roccia del castello. Camminando attraverso il locale, si notano due ampi vetri che fanno da pavimento e che permettono di avere una suggestiva visione sulla cantina sottostante. Per accedervi, bisogna olltrepassare una porta ricavata da una splendida vecchia botte. La cantina in granito a volta permette all'ospite (per un massimo di 8 persone) di scegliere il vino di suo gradimento per accompagnare il pasto o semplicemente per assaporare un ottimo aperitivo in un ambiente diverso prima di passare a tavola.
Da non perdere la terrazza interna in estate, a contatto con le mure della città Il Ristorante Giardino nella centralissima e storica Via Orico, è accogliente e arredato con gusto, moderno ma senza eccessi. Dotato di due belle sale contigue e una terrazza estiva Ampia terrazza esterna dove mangiare in tranquillità tra vigneti e mura del castello. La cucina è di tipo mediterraneo, con accenti italiani e un'impronta internazionale, con specialità di pesce e alla griglia. Lo chef Domenico Caputo invita a un ottimo percorso gastronomico. Oltre al menu del giorno, si può assaporare una cucina raffinata, scorrendo una carta che privilegia la qualità dei prodotti e la stagionalità. Nel ristorante si possono per esempio gustare il filetto di tonno appena scottato con olio d'oliva extra vergine fruttato al pepe e semi orientali; il petto d'anatra affumicato con fantasia di verdure novelle e sfoglia croccante; i maltagliati al ragù di lepre con piccole verdure, le pappardelle al profumo di mare con crostacei e molluschi del mercato, i ravioli di magro con salsa tartufata all'essenza di Aceto balsamico tradizionale di Modena. Da gustare anche il filetto di vitello Swiss Prime Beef glassato al miele ticinese di castagno e pinoli, gli spiedini di gamberoni bianco Caraibico in graticola e verdure mediterranee, e gustose specialità di pesce marino in graticola con ortaggi di stagione. Da provare pure specialità classiche come il filetto tartare e la fonduta chinoise. E per finire il gelato mantecato all'aceto balsamico con frutta esotica, la bavarese ai frutti di bosco con salsa ridotta al Passito di Pantelleria, e il parfait ghiacciato agli agrumi con salsa alla vaniglia Bourbon e cioccolata grand cru. Ottime anche le pizze, tra le quali segnaliamo la "Giardino" con mozzarella di bufala e verdure grigliate, la "Luna nel pozzo" con spinaci, uovo e scaglie di grana, la "Tropea" con pesce spada e pomodoro, e la "Monte Cristo" con gorgonzola, trevisana e scaglie di grana. Inoltre, produzione propria di pasta, pane, dolci, torte, dessert e buffet prima colazione. Il locale ha anche una varietà di piatti vegetariani e vegani. Il tutto accompagnato da una bella scelta di vini e da un sorriso del personale di sala. Disponibilità WI-FI internet. Ideale per aperitivi con buffet e finger food, pranzi aziendali, cene per feste e ricorrenze.
8 persone del luogo consigliano
Ristorante Giardino
1 Via Orico
8 persone del luogo consigliano
Da non perdere la terrazza interna in estate, a contatto con le mure della città Il Ristorante Giardino nella centralissima e storica Via Orico, è accogliente e arredato con gusto, moderno ma senza eccessi. Dotato di due belle sale contigue e una terrazza estiva Ampia terrazza esterna dove mangiare in tranquillità tra vigneti e mura del castello. La cucina è di tipo mediterraneo, con accenti italiani e un'impronta internazionale, con specialità di pesce e alla griglia. Lo chef Domenico Caputo invita a un ottimo percorso gastronomico. Oltre al menu del giorno, si può assaporare una cucina raffinata, scorrendo una carta che privilegia la qualità dei prodotti e la stagionalità. Nel ristorante si possono per esempio gustare il filetto di tonno appena scottato con olio d'oliva extra vergine fruttato al pepe e semi orientali; il petto d'anatra affumicato con fantasia di verdure novelle e sfoglia croccante; i maltagliati al ragù di lepre con piccole verdure, le pappardelle al profumo di mare con crostacei e molluschi del mercato, i ravioli di magro con salsa tartufata all'essenza di Aceto balsamico tradizionale di Modena. Da gustare anche il filetto di vitello Swiss Prime Beef glassato al miele ticinese di castagno e pinoli, gli spiedini di gamberoni bianco Caraibico in graticola e verdure mediterranee, e gustose specialità di pesce marino in graticola con ortaggi di stagione. Da provare pure specialità classiche come il filetto tartare e la fonduta chinoise. E per finire il gelato mantecato all'aceto balsamico con frutta esotica, la bavarese ai frutti di bosco con salsa ridotta al Passito di Pantelleria, e il parfait ghiacciato agli agrumi con salsa alla vaniglia Bourbon e cioccolata grand cru. Ottime anche le pizze, tra le quali segnaliamo la "Giardino" con mozzarella di bufala e verdure grigliate, la "Luna nel pozzo" con spinaci, uovo e scaglie di grana, la "Tropea" con pesce spada e pomodoro, e la "Monte Cristo" con gorgonzola, trevisana e scaglie di grana. Inoltre, produzione propria di pasta, pane, dolci, torte, dessert e buffet prima colazione. Il locale ha anche una varietà di piatti vegetariani e vegani. Il tutto accompagnato da una bella scelta di vini e da un sorriso del personale di sala. Disponibilità WI-FI internet. Ideale per aperitivi con buffet e finger food, pranzi aziendali, cene per feste e ricorrenze.
Situato in un luogo bellissimo, appena sotto Castelgrande. L'aperitivo in estate ottimo in un atmosfera molto gradevole.
Bar 700°
17 Via Codeborgo
Situato in un luogo bellissimo, appena sotto Castelgrande. L'aperitivo in estate ottimo in un atmosfera molto gradevole.
Dario e il suo staff saranno lieti di ospitarvi al Grottino Ticinese di Bellinzona. Sia in estate, con la nostra meravigliosa terrazza fresca ed ombreggiata, che in inverno nelle nostre accoglienti sale le nostre attenzioni sono concentrate in un'unica direzione....farvi sentire a vostro agio. Non abbiamo la presunzione di essere perfetti, ma abbiamo la sicurezza di essere sempre disponibili ad ogni vostra esigenza, crediamo nel nostro lavoro e nella nostra professionalità. Per Dario la cosa più importante è che ogni uno di voi esca dal grottino soddisfatto ed appagato, la vostra opinione è sempre importante per Dario e il suostaff.
7 persone del luogo consigliano
Ristorante Grottino Ticinese
1 Via Luigi Lavizzari
7 persone del luogo consigliano
Dario e il suo staff saranno lieti di ospitarvi al Grottino Ticinese di Bellinzona. Sia in estate, con la nostra meravigliosa terrazza fresca ed ombreggiata, che in inverno nelle nostre accoglienti sale le nostre attenzioni sono concentrate in un'unica direzione....farvi sentire a vostro agio. Non abbiamo la presunzione di essere perfetti, ma abbiamo la sicurezza di essere sempre disponibili ad ogni vostra esigenza, crediamo nel nostro lavoro e nella nostra professionalità. Per Dario la cosa più importante è che ogni uno di voi esca dal grottino soddisfatto ed appagato, la vostra opinione è sempre importante per Dario e il suostaff.

Svago e Natura

Da maggio a settembre un'oasi di azzurro in un meraviglioso giardino fiorito a due passi dal centro cittadino di Bellinzona. Un paradiso per trascorrere il vostro tempo libero. A disposizione anche Beach-Volley e pista per pattinaggio In-line. Strutture: vasca olimpionica vasca non nuotatori piscina tuffi vasca per bambini Parco 2 campi da Beach-volley 1 campetto da beachsoccer 1 campo da calcetto superficie dura per il pattinaggio in-line Bar / Ristorante Tariffe: Adulti: 10.- / 6.-* (dopo le 18:00: 5.- / 3.-*) Ragazzi: 6.- / 4.-* (dopo le 18:00: 3.- / 2.-*) Bambini: 1.- / 1.-* (dopo le 18:00: gratis) *domiciliati Città di Bellinzona Orari di apertura: 18.05.2019 - 14.06.2019: 10:00 - 19:30 15.06.2019 - 15.08.2019: 09:00 - 20:30 16.08.2019 - 25.08.2019: 09:00 - 19:30 26.08.2019 - 08.09.2019: 10:00 - 18:30
Bagno Pubblico di Bellinzona
20 Via Mirasole
Da maggio a settembre un'oasi di azzurro in un meraviglioso giardino fiorito a due passi dal centro cittadino di Bellinzona. Un paradiso per trascorrere il vostro tempo libero. A disposizione anche Beach-Volley e pista per pattinaggio In-line. Strutture: vasca olimpionica vasca non nuotatori piscina tuffi vasca per bambini Parco 2 campi da Beach-volley 1 campetto da beachsoccer 1 campo da calcetto superficie dura per il pattinaggio in-line Bar / Ristorante Tariffe: Adulti: 10.- / 6.-* (dopo le 18:00: 5.- / 3.-*) Ragazzi: 6.- / 4.-* (dopo le 18:00: 3.- / 2.-*) Bambini: 1.- / 1.-* (dopo le 18:00: gratis) *domiciliati Città di Bellinzona Orari di apertura: 18.05.2019 - 14.06.2019: 10:00 - 19:30 15.06.2019 - 15.08.2019: 09:00 - 20:30 16.08.2019 - 25.08.2019: 09:00 - 19:30 26.08.2019 - 08.09.2019: 10:00 - 18:30
l fiume Ticino nasce nella zona del Passo della Novena, in Valle Bedretto. A Biasca, le acque del Brenno, che scorre in Val di Blenio, si immettono nel Ticino e insieme scorrono lungo la Valle Riviera. Successivamente poco prima di raggiungere Bellinzona, il Ticino e la Moesa s’incontrano, non lontano dalla nostra scuola. La Moesa, che scorre in Val Mesolcina - nel Canton Grigioni - rappresenta il maggior tributario del Ticino Superiore. In seguito il fiume attraversa il Piano di Magadino, dove scorre incanalato fino al piccolo delta che si è formato dove sfocia nel Lago Maggiore. Poco prima di sfociare nel Lago Maggiore, il Ticino passa in una zona protetta chiamata "Bolle di Magadino". Prima di immettersi nel lago, il Ticino riceve le acque di un buon numero di affluenti minori, fra i quali spicca la Morobbia. Il fiume Ticino esce poi dal Lago Maggiore a Sesto Calende e continua mantenendo il proprio nome anche nella parte italiana prima di confluire, dopo circa 110 km, nel Po’. Per una parte del suo percorso funge pure da confine fra Piemonte e Lombardia, nella pianura Padana. Il Ticino viene sfruttato per lo svago: si può praticare la pesca o alcuni sport acquatici come la canoa. Le acque del Ticino sono però sfruttate anche per la produzione di energia idroelettrica.
Fiume Ticino
l fiume Ticino nasce nella zona del Passo della Novena, in Valle Bedretto. A Biasca, le acque del Brenno, che scorre in Val di Blenio, si immettono nel Ticino e insieme scorrono lungo la Valle Riviera. Successivamente poco prima di raggiungere Bellinzona, il Ticino e la Moesa s’incontrano, non lontano dalla nostra scuola. La Moesa, che scorre in Val Mesolcina - nel Canton Grigioni - rappresenta il maggior tributario del Ticino Superiore. In seguito il fiume attraversa il Piano di Magadino, dove scorre incanalato fino al piccolo delta che si è formato dove sfocia nel Lago Maggiore. Poco prima di sfociare nel Lago Maggiore, il Ticino passa in una zona protetta chiamata "Bolle di Magadino". Prima di immettersi nel lago, il Ticino riceve le acque di un buon numero di affluenti minori, fra i quali spicca la Morobbia. Il fiume Ticino esce poi dal Lago Maggiore a Sesto Calende e continua mantenendo il proprio nome anche nella parte italiana prima di confluire, dopo circa 110 km, nel Po’. Per una parte del suo percorso funge pure da confine fra Piemonte e Lombardia, nella pianura Padana. Il Ticino viene sfruttato per lo svago: si può praticare la pesca o alcuni sport acquatici come la canoa. Le acque del Ticino sono però sfruttate anche per la produzione di energia idroelettrica.
Lungo 270 m e pesante circa 50 tonnellate, il ponte tibetano realizzato dalla Fondazione Curzútt-S. Barnàrd consente di attraversare l’impervia valle che divide i comuni di Monte Carasso e Sementina. Il ponte unisce Curzutt e S. Bernardo alla Via delle Vigne, consentendo di effettuare delle escursioni in un territorio ricco di presenze storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Ancorato ad una quota di 696 m, nel punto centrale il ponte s’innalza a ben 130 m dal suolo. Il camminamento, largo un metro scarso, è in legno di larice. Percorrerlo è un’esperienza unica che, grazie alle importanti misure di sicurezza, coinvolge escursionisti esperti, giovani intrepidi e famiglie. Il ponte è comodamente accessibile grazie alla funivia che da Monte Carasso porta a Mornera passando da Curzùtt, antico e caratteristico borgo collinare che costituisce il punto di partenza ideale per scoprire un territorio ricco di testimonianze.
66 persone del luogo consigliano
Ponte Tibetano di Carasc
Monte Carasso
66 persone del luogo consigliano
Lungo 270 m e pesante circa 50 tonnellate, il ponte tibetano realizzato dalla Fondazione Curzútt-S. Barnàrd consente di attraversare l’impervia valle che divide i comuni di Monte Carasso e Sementina. Il ponte unisce Curzutt e S. Bernardo alla Via delle Vigne, consentendo di effettuare delle escursioni in un territorio ricco di presenze storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Ancorato ad una quota di 696 m, nel punto centrale il ponte s’innalza a ben 130 m dal suolo. Il camminamento, largo un metro scarso, è in legno di larice. Percorrerlo è un’esperienza unica che, grazie alle importanti misure di sicurezza, coinvolge escursionisti esperti, giovani intrepidi e famiglie. Il ponte è comodamente accessibile grazie alla funivia che da Monte Carasso porta a Mornera passando da Curzùtt, antico e caratteristico borgo collinare che costituisce il punto di partenza ideale per scoprire un territorio ricco di testimonianze.
L’insediamento di Curzútt è l’ex villaggio di Monte Carasso (distretto di Bellinzona). Gli antichi borghi circondano la chiesa di San Bernardo, formando così un’area di importanza nazionale unica. Nelle montagne circostanti ci sono antichi sentieri usati in passato dai ladri per nascondere i loro bottini e usati per scopi educativi e ricreativi. In mezzo al fitto bosco di castagni, si possono ancora trovare tracce di una cultura contadina antica e con alcuni squarci che offrono viste sui castelli di Bellinzona e il Piano di Magadino. Dall’amabile paese di Curzútt, i visitatori possono godere di una splendida vista sul Piano di Magadino. È inoltre possibile proseguire il viaggio oltre il paesino, sino a San Bernardo oppure Mornera, terrazza panoramica sul Bellinzonese con un grotto, due laghetti ed una base di lancio per parapendisti. Una funivia attiva 24/7 che parte da Monte Carasso, rende Curzútt e Mornera accessibili ai visitatori in ogni stagione. Inoltre, è possibile salire in automobile sino ai piedi di una scalinata che in pochi minuti conduce al villaggio (parcheggi molto limitati). Da ultimo, la presenza di numerosi tesori artistici storici, una rete di sentieri didattici e il variegato paesaggio naturale rendono Curzútt una destinazione particolarmente adatta per accogliere seminari e giornate di studio.
Ristorante Ostello Curzútt
1 I Fracc
L’insediamento di Curzútt è l’ex villaggio di Monte Carasso (distretto di Bellinzona). Gli antichi borghi circondano la chiesa di San Bernardo, formando così un’area di importanza nazionale unica. Nelle montagne circostanti ci sono antichi sentieri usati in passato dai ladri per nascondere i loro bottini e usati per scopi educativi e ricreativi. In mezzo al fitto bosco di castagni, si possono ancora trovare tracce di una cultura contadina antica e con alcuni squarci che offrono viste sui castelli di Bellinzona e il Piano di Magadino. Dall’amabile paese di Curzútt, i visitatori possono godere di una splendida vista sul Piano di Magadino. È inoltre possibile proseguire il viaggio oltre il paesino, sino a San Bernardo oppure Mornera, terrazza panoramica sul Bellinzonese con un grotto, due laghetti ed una base di lancio per parapendisti. Una funivia attiva 24/7 che parte da Monte Carasso, rende Curzútt e Mornera accessibili ai visitatori in ogni stagione. Inoltre, è possibile salire in automobile sino ai piedi di una scalinata che in pochi minuti conduce al villaggio (parcheggi molto limitati). Da ultimo, la presenza di numerosi tesori artistici storici, una rete di sentieri didattici e il variegato paesaggio naturale rendono Curzútt una destinazione particolarmente adatta per accogliere seminari e giornate di studio.