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Visite turistiche

La reggia di Caserta è una residenza reale, storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie, ubicata a Caserta. Voluta da Carlo di Borbone, la posa della prima pietra, che diede l'avvio ai lavori di costruzione, si ebbe il 20 gennaio 1752, su progetto di Luigi Vanvitelli: a questo seguirono il figlio Carlo e altri architetti. La reggia venne conclusa nel 1845. Assieme all'acquedotto Carolino e al belvedere di San Leucio, è stata inserita dall'UNESCO, nel 1997, nella lista dei patrimoni dell'umanità[2]. Costituisce, inoltre, uno dei musei statali italiani, a cui, nel 2016, è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero della cultura. La reggia di Caserta è stata utilizzata come ambientazione per scene di diversi film come ad esempio per due episodi della saga di Guerre stellari, ossia Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma e Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni, ma anche per Mission: Impossible III, Angeli e demoni[2], Donne e briganti, Ferdinando I° re di Napoli, Il pap'occhio, Sing Sing, Li chiamarono... briganti!, Ferdinando e Carolina, Io speriamo che me la cavo e Giovanni Paolo II.
272 persone del luogo consigliano
Reggia di Caserta
Piazza Carlo di Borbone
272 persone del luogo consigliano
La reggia di Caserta è una residenza reale, storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie, ubicata a Caserta. Voluta da Carlo di Borbone, la posa della prima pietra, che diede l'avvio ai lavori di costruzione, si ebbe il 20 gennaio 1752, su progetto di Luigi Vanvitelli: a questo seguirono il figlio Carlo e altri architetti. La reggia venne conclusa nel 1845. Assieme all'acquedotto Carolino e al belvedere di San Leucio, è stata inserita dall'UNESCO, nel 1997, nella lista dei patrimoni dell'umanità[2]. Costituisce, inoltre, uno dei musei statali italiani, a cui, nel 2016, è stata concessa l'autonomia speciale dal Ministero della cultura. La reggia di Caserta è stata utilizzata come ambientazione per scene di diversi film come ad esempio per due episodi della saga di Guerre stellari, ossia Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma e Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni, ma anche per Mission: Impossible III, Angeli e demoni[2], Donne e briganti, Ferdinando I° re di Napoli, Il pap'occhio, Sing Sing, Li chiamarono... briganti!, Ferdinando e Carolina, Io speriamo che me la cavo e Giovanni Paolo II.
Paestum, nota anche come Pesto[1], è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai Greci Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i Romani, il nome di Paestum. L'estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e poi romana.
374 persone del luogo consigliano
Paestum
374 persone del luogo consigliano
Paestum, nota anche come Pesto[1], è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai Greci Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i Romani, il nome di Paestum. L'estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e poi romana.
Gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Ercolano, Stabia e Oplonti[1]. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana[2], nonché la città meglio conservata di quell'epoca. La maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola quantità anche nell'Antiquarium di Pompei[3]; proprio la notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa. Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori, per la precisione 3 209 089[4], risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino[5]. Nel 1997, per preservarne l'integrità, le rovine, gestite dal Parco Archeologico di Pompei, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO[6].
128 persone del luogo consigliano
Sito archeologico di Pompei
Viale delle Ginestre
128 persone del luogo consigliano
Gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Ercolano, Stabia e Oplonti[1]. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana[2], nonché la città meglio conservata di quell'epoca. La maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola quantità anche nell'Antiquarium di Pompei[3]; proprio la notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa. Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori, per la precisione 3 209 089[4], risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino[5]. Nel 1997, per preservarne l'integrità, le rovine, gestite dal Parco Archeologico di Pompei, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO[6].
La Costiera amalfitana (o Costa d'Amalfi) è un tratto di costa tirrenica della provincia di Salerno in Campania. Situata ad est della penisola sorrentina, si affaccia sul golfo di Salerno e si estende da Positano (confinante con la città metropolitana di Napoli) a Vietri sul Mare (confinante con Salerno). Riconosciuta come Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1997, la costiera è rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica. Prende il nome dalla città di Amalfi, suo nucleo geografico e storico.
550 persone del luogo consigliano
Costiera Amalfitana
550 persone del luogo consigliano
La Costiera amalfitana (o Costa d'Amalfi) è un tratto di costa tirrenica della provincia di Salerno in Campania. Situata ad est della penisola sorrentina, si affaccia sul golfo di Salerno e si estende da Positano (confinante con la città metropolitana di Napoli) a Vietri sul Mare (confinante con Salerno). Riconosciuta come Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1997, la costiera è rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica. Prende il nome dalla città di Amalfi, suo nucleo geografico e storico.
Positano è un paese della costiera amalfitana, nell'Italia meridionale. È una destinazione turistica molto famosa con spiagge di ciottoli e stradine strette e scoscese ricche di negozi e caffè. La Chiesa di Santa Maria Assunta ha la cupola in maiolica e un'icona bizantina della Vergine Maria del XIII secolo. Il sentiero escursionistico Sentiero degli Dei collega Positano alle altre città costiere.
23 persone del luogo consigliano
Positano Spiaggia
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Positano è un paese della costiera amalfitana, nell'Italia meridionale. È una destinazione turistica molto famosa con spiagge di ciottoli e stradine strette e scoscese ricche di negozi e caffè. La Chiesa di Santa Maria Assunta ha la cupola in maiolica e un'icona bizantina della Vergine Maria del XIII secolo. Il sentiero escursionistico Sentiero degli Dei collega Positano alle altre città costiere.
Viene detto costiera cilentana il tratto di costa campana del Mar Tirreno meridionale compreso tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro, nel Cilento, particolarmente noto per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle acque di balneazione: ogni anno molte località della costiera vengono premiate con le bandiere blu e le vele assegnate da Legambiente.
Cilento Coast
Viene detto costiera cilentana il tratto di costa campana del Mar Tirreno meridionale compreso tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro, nel Cilento, particolarmente noto per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle acque di balneazione: ogni anno molte località della costiera vengono premiate con le bandiere blu e le vele assegnate da Legambiente.
Le Gole del Calore sono una serie di cinque profonde incisioni scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore Lucano. Sono situate nella parte alta della Valle del Calore, nel territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e sono caratterizzate da suggestive escavazioni con pareti rocciose che si abbassano a picco.
41 persone del luogo consigliano
Gole del Calore
Località Remolino
41 persone del luogo consigliano
Le Gole del Calore sono una serie di cinque profonde incisioni scavate nella roccia dalle acque correnti del fiume Calore Lucano. Sono situate nella parte alta della Valle del Calore, nel territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e sono caratterizzate da suggestive escavazioni con pareti rocciose che si abbassano a picco.
Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino ed è caratterizzata da uno spettacolare Altopiano nel quale “sorge” un caratteristico Lago. Il Lago Laceno è situato a quota 1100 metri in una conca carsica immersa nel verde dei Monti Picentini, contornata da cime alte e significative come il Monte Cervialto (1809 m la vetta più alta dei picentini), il Monte Raiamagra (1667 m), Monte Cervarolo (1600 m), Montagna Grande (1509 m) e il Monte Piscacca (1470 m).
Laceno
Laceno è una frazione di Bagnoli Irpino ed è caratterizzata da uno spettacolare Altopiano nel quale “sorge” un caratteristico Lago. Il Lago Laceno è situato a quota 1100 metri in una conca carsica immersa nel verde dei Monti Picentini, contornata da cime alte e significative come il Monte Cervialto (1809 m la vetta più alta dei picentini), il Monte Raiamagra (1667 m), Monte Cervarolo (1600 m), Montagna Grande (1509 m) e il Monte Piscacca (1470 m).
Il giardino della Minerva è un orto botanico situato nel centro storico di Salerno. Durante il Medioevo fu usato come giardino dei semplici a fini didattici per gli studenti della scuola medica salernitana; per tale motivo è ritenuto l'antesignano degli orti botanici intesi nell'accezione moderna del termine. Rientra nel network "Il Parco più bello d'Italia".[1]
149 persone del luogo consigliano
Il Giardino di Minerva
n° 1 Vicolo Ferrante Sanseverino
149 persone del luogo consigliano
Il giardino della Minerva è un orto botanico situato nel centro storico di Salerno. Durante il Medioevo fu usato come giardino dei semplici a fini didattici per gli studenti della scuola medica salernitana; per tale motivo è ritenuto l'antesignano degli orti botanici intesi nell'accezione moderna del termine. Rientra nel network "Il Parco più bello d'Italia".[1]