Alla scoperta di Fiumedinisi e dintorni

Helga
Alla scoperta di Fiumedinisi e dintorni

Informazioni sulla città/località

Il borgo di Fiumedinisi, nei secoli crocevia di varie dominazioni, fu fondato nel 1000 a.C. alle pendici del Monte Belvedere dai Siculi. Ad essi subentrarono i Greci che diedero alla zona il nome di Nisa, in onore di Dioniso, dio del vino. I Normanni trasferirono il centro abitato nella sua attuale sede sulle sponde del fiume Nisi, dandogli il nome di "Flumen Dionisyi", da cui l’odierno Fiumedinisi. I giacimenti minerari, la lavorazione e il commercio della seta, la ricchezza di acqua e i terreni fertili hanno fatto la fortuna del centro durante tutti i secoli. Il patrimonio monumentale di Fiumedinisi è sicuramente uno dei più ricchi del comprensorio ionico. Fra i monumenti più importanti si annoverano: il Castello Belvedere, il Palazzo della Zecca, il Santuario Maria SS. Annunziata, la chiesa di S. Pietro, la chiesa di San Nicola di Bari, la chiesa della Beata Vergine del Carmine, la chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa di S. Anna (“a Nunziatella”), la chiesa di S. Antonio Abate e la Chiesa della SS. Trinità.
Fiumedinisi
Il borgo di Fiumedinisi, nei secoli crocevia di varie dominazioni, fu fondato nel 1000 a.C. alle pendici del Monte Belvedere dai Siculi. Ad essi subentrarono i Greci che diedero alla zona il nome di Nisa, in onore di Dioniso, dio del vino. I Normanni trasferirono il centro abitato nella sua attuale sede sulle sponde del fiume Nisi, dandogli il nome di "Flumen Dionisyi", da cui l’odierno Fiumedinisi. I giacimenti minerari, la lavorazione e il commercio della seta, la ricchezza di acqua e i terreni fertili hanno fatto la fortuna del centro durante tutti i secoli. Il patrimonio monumentale di Fiumedinisi è sicuramente uno dei più ricchi del comprensorio ionico. Fra i monumenti più importanti si annoverano: il Castello Belvedere, il Palazzo della Zecca, il Santuario Maria SS. Annunziata, la chiesa di S. Pietro, la chiesa di San Nicola di Bari, la chiesa della Beata Vergine del Carmine, la chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa di S. Anna (“a Nunziatella”), la chiesa di S. Antonio Abate e la Chiesa della SS. Trinità.

Visite turistiche

Uno dei monumenti più importanti è sicuramente il Castello Belvedere che, situato sulla cima del Monte Belvedere a m. 743 sul livello del mare, domina tutta la vallata. La sua posizione strategica permetteva la comunicazione visiva con i castelli di Scaletta Zanclea e Sant’Alessio Siculo. La fortezza fu realizzata nel IX sec. in periodo di dominazione saracena. In seguito i Normanni adibirono il maniero a residenza del Signore del luogo. Dopo varie vicissitudini e soggetto alle diverse dominazioni che nel tempo diedero al castello diversi proprietari, solo dopo il 1900 il suddetto fu donato dal Duca Giovanni Antonio Colonna Romano Sonnino al Comune di Fiumedinisi. Testo e foto: sito web del Comune di Fiumedinisi
Castello Belvedere
Uno dei monumenti più importanti è sicuramente il Castello Belvedere che, situato sulla cima del Monte Belvedere a m. 743 sul livello del mare, domina tutta la vallata. La sua posizione strategica permetteva la comunicazione visiva con i castelli di Scaletta Zanclea e Sant’Alessio Siculo. La fortezza fu realizzata nel IX sec. in periodo di dominazione saracena. In seguito i Normanni adibirono il maniero a residenza del Signore del luogo. Dopo varie vicissitudini e soggetto alle diverse dominazioni che nel tempo diedero al castello diversi proprietari, solo dopo il 1900 il suddetto fu donato dal Duca Giovanni Antonio Colonna Romano Sonnino al Comune di Fiumedinisi. Testo e foto: sito web del Comune di Fiumedinisi
Un altro monumento che ha per Fiumedinisi un’importanza molto rilevante è il Palazzo della Zecca, che venne costruito nel 1669, ovvero nel periodo più florido per il paese, per l’intensificarsi dell’attività mineraria del territorio. Secondo la tradizione la Zecca dovette funzionare durante il periodo della rivolta anti-spagnola, a causa dell’impossibilità momentanea di poter disporre della Zecca Reale di Messina. Nel XIX sec. il palazzo fu frazionato e venduto per civili abitazioni, tranne nella sua parte principale che è stata acquistata dal comune di Fiumedinisi e recentemente restaurata. Testo e foto: sito web del Comune di Fiumedinisi e dell'anello del Nisi
Palazzo della zecca
3 Via San Nicola
Un altro monumento che ha per Fiumedinisi un’importanza molto rilevante è il Palazzo della Zecca, che venne costruito nel 1669, ovvero nel periodo più florido per il paese, per l’intensificarsi dell’attività mineraria del territorio. Secondo la tradizione la Zecca dovette funzionare durante il periodo della rivolta anti-spagnola, a causa dell’impossibilità momentanea di poter disporre della Zecca Reale di Messina. Nel XIX sec. il palazzo fu frazionato e venduto per civili abitazioni, tranne nella sua parte principale che è stata acquistata dal comune di Fiumedinisi e recentemente restaurata. Testo e foto: sito web del Comune di Fiumedinisi e dell'anello del Nisi
Il Santuario Maria SS. Annunziata, Chiesa Madre di Fiumedinisi, è sicuramente la costruzione di carattere religioso più importante, ricca e rappresentativa della storia del paese e risale al XII sec. Da un manoscritto del 1594, si evince che in passato era amministrata da due sacerdoti, due diaconi, due suddiaconi e tre ecclesiastici di ordine minore, e sovrintendeva a molte altre chiesette sparse nel territorio. Intorno alla metà del XV sec., la Chiesa venne notevolmente ampliata e, nei secoli seguenti, rifinita e arricchita di opere d’arte di grande spessore artistico. Le autorità spagnole del tempo dedicarono il nuovo grande tempio alla Beata Vergine della Purificazione, ovvero La Candelora, che veniva festeggiata il 2 febbraio. Nel 1635, sul fianco sinistro dell’imponente Chiesa, fu edificato il Campanile. Il monumento fu gravemente danneggiato dall’assedio messinese nell’ottobre del 1676 e in seguito, la notte del 25 marzo 1908 a causa di un incendio divampatosi accidentalmente che distrusse molte opere d’arte. Dopo il definitivo restauro, la Chiesa fu dedicata a Maria SS. Annunziata e, il 25 marzo 1976, elevata a Santuario Diocesano.
Santuario SS. Annunziata
5 Piazza Matrice
Il Santuario Maria SS. Annunziata, Chiesa Madre di Fiumedinisi, è sicuramente la costruzione di carattere religioso più importante, ricca e rappresentativa della storia del paese e risale al XII sec. Da un manoscritto del 1594, si evince che in passato era amministrata da due sacerdoti, due diaconi, due suddiaconi e tre ecclesiastici di ordine minore, e sovrintendeva a molte altre chiesette sparse nel territorio. Intorno alla metà del XV sec., la Chiesa venne notevolmente ampliata e, nei secoli seguenti, rifinita e arricchita di opere d’arte di grande spessore artistico. Le autorità spagnole del tempo dedicarono il nuovo grande tempio alla Beata Vergine della Purificazione, ovvero La Candelora, che veniva festeggiata il 2 febbraio. Nel 1635, sul fianco sinistro dell’imponente Chiesa, fu edificato il Campanile. Il monumento fu gravemente danneggiato dall’assedio messinese nell’ottobre del 1676 e in seguito, la notte del 25 marzo 1908 a causa di un incendio divampatosi accidentalmente che distrusse molte opere d’arte. Dopo il definitivo restauro, la Chiesa fu dedicata a Maria SS. Annunziata e, il 25 marzo 1976, elevata a Santuario Diocesano.
La Chiesa di San Pietro, fu edificata presumibilmente nel XII sec., e nel XVI sec. fu notevolmente ingrandita e particolarmente abbellita, tanto da contendere il primato alla Chiesa Madre. È qui che possiamo ammirare il prezioso marmo porfirico, nella realizzazione degli stipiti e dell’architrave della porta laterale destra. Un documento del 1594, vuole la chiesa amministrata da un parroco, da tre chierici e due sacerdoti sottoministranti. Le opere d’arte, le rifiniture e il tesoro della chiesa, non è da meno di quello della chiesa madre, ma l’elemento che ha un’importanza storica maggiore, è sicuramente il suo Campanile. Il Campanile della Chiesa di San Pietro, è un’antica torre di avvistamento costruita nel XI sec. Si tratta di una delle costruzioni più antiche che si ritrovano nel perimetro urbano ed è caratterizzata dal cornicione e dalle feritoie di stile Arabo-Normanno. Alla fine del XVI sec., dopo l’ampliamento dell’antistante Chiesa di San Pietro, la torre mutò destinazione perché venne costruito un balcone e una grande mensola nel prospetto principale, per dare la possibilità al Governatore di parlare ai cittadini. Solo nel 1710, dopo il completamento dei lavori della nuova Chiesa, la torre fu annessa alla stessa con la funzione di Campanile. Foto e testo da: sito web del Comune di Fiumedinisi
Chiesa San Pietro
40 Via Roma
La Chiesa di San Pietro, fu edificata presumibilmente nel XII sec., e nel XVI sec. fu notevolmente ingrandita e particolarmente abbellita, tanto da contendere il primato alla Chiesa Madre. È qui che possiamo ammirare il prezioso marmo porfirico, nella realizzazione degli stipiti e dell’architrave della porta laterale destra. Un documento del 1594, vuole la chiesa amministrata da un parroco, da tre chierici e due sacerdoti sottoministranti. Le opere d’arte, le rifiniture e il tesoro della chiesa, non è da meno di quello della chiesa madre, ma l’elemento che ha un’importanza storica maggiore, è sicuramente il suo Campanile. Il Campanile della Chiesa di San Pietro, è un’antica torre di avvistamento costruita nel XI sec. Si tratta di una delle costruzioni più antiche che si ritrovano nel perimetro urbano ed è caratterizzata dal cornicione e dalle feritoie di stile Arabo-Normanno. Alla fine del XVI sec., dopo l’ampliamento dell’antistante Chiesa di San Pietro, la torre mutò destinazione perché venne costruito un balcone e una grande mensola nel prospetto principale, per dare la possibilità al Governatore di parlare ai cittadini. Solo nel 1710, dopo il completamento dei lavori della nuova Chiesa, la torre fu annessa alla stessa con la funzione di Campanile. Foto e testo da: sito web del Comune di Fiumedinisi

Escursioni e camminate

Fiumedinisi è una destinazione prescelta dagli appassionati di turismo naturalistico-escursionistico. L’area protetta della Riserva Naturale è abitata dall’aquila reale e dalla rara coturnice di Sicilia. All’interno del cammino Anello del Nisi è possibile praticare trekking con attività suddivise in più giorni, secondo la modalità del turismo lento e responsabile. Il percorso, comprese le varianti, è percorribile a piedi, in MTB o a cavallo.
Anello del Nisi
Fiumedinisi è una destinazione prescelta dagli appassionati di turismo naturalistico-escursionistico. L’area protetta della Riserva Naturale è abitata dall’aquila reale e dalla rara coturnice di Sicilia. All’interno del cammino Anello del Nisi è possibile praticare trekking con attività suddivise in più giorni, secondo la modalità del turismo lento e responsabile. Il percorso, comprese le varianti, è percorribile a piedi, in MTB o a cavallo.
Per scoprire le meraviglie della natura dei Peloritani, non vi è nulla di meglio che esplorare la Riserva Naturale Orientata di Fiumedinisi e Monte Scuderi, istituita dalla Regione Siciliana nel 1998, che contiene in sé una summa di tutte le valenze paesaggistiche ed antropiche, che hanno determinato la storia di questa parte del territorio messinese. L’area protetta si estende in una parte del versante ionico dei Peloritani e presenta affioramenti di rocce di grande interesse geologico, ricche di minerali. Il territorio è attraversato da “fiumare”, profonde valli fluviali in cui scorrono torrenti stagionali, carichi di acque tumultuose nel periodo invernale. Quest’area protetta riserva non poche sorprese all’appassionato naturalista: bellissimi esemplari di erica arborea fanno da contrappunto a boschi di tutte le specie di roverella conosciute in Sicilia, che occupano i valloni delle altre aree più basse della Riserva. Nelle diverse vallate, man mano che si sale in quota, al di fuori dei corsi d’acqua e sino ai 600-800 metri s.l.m. domina la vegetazione a roverella, alla quale si associano il bagolaro, il castagno, il noce nostrano ed il gelso nero. La flora al di sopra degli 800 metri è rappresentata dal leccio, dalla carpinella, dall’acero fico, dall’acero montano, dal rovere, dall’agrifoglio e dall’alloro. I terreni che invece hanno subito maggiormente la presenza dell’uomo sono coperti da una vegetazione arbustiva dominata da erica arborea, biancospino, ginestra dei carbonai, citiso e spazio villoso. Il microclima particolare delle valli crea le condizioni per l’insediamento di piante endemiche e rare, tra cui il tiglio nostrano che riveste eccezionale interesse dal punto di vista naturalistico e scientifico. Tra questi boschi vive una fauna tipicamente silvana: fra i predatori troviamo gatti selvatici, volpi, martore e donnole e fra le prede, conigli selvatici, micromammiferi arboricoli come il quercino ed il ghiro. Presenti anche animali del sottobosco come il topo selvatico, il riccio, l’ arvicola di Savi e il toporagno di Sicilia. Sui Peloritani passa la colonna migratoria di uccelli in transito sullo Stretto di Messina: da qui si avvistano i falchi beccaioli. Tra i moltissimi rapaci nidificanti ricordiamo il velocissimo falco pellegrino, la poiana molto diffusa in Sicilia, lo sparviero, i vari nibbi, oggi sottoposti a particolare tutela ed il gheppio che caccia nelle aree aperte. Nei versanti più asciutti e aperti, l’istrice trova il suo ambiente congeniale. Valloni e fiumare ospitano una fauna variegata: le lucertole (la più comune campestre è la siciliana), i ramarri dalla smagliante livrea smeraldina, i gongiri (simili alle lucertole, ma con corte zampette), gli emidattili e i gechi dal corpo tozzo e dalla pelle verrucosa. Tra i serpenti si possono incontrare il nerissimo biacco, il saettone, la biscia d’ acqua e la vipera. Qui nidificano anche l’aquila reale e la rara coturnice di Sicilia, specie minacciata, citata nel decreto istitutivo come una delle principali motivazione per la realizzazione della riserva.
Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi
Per scoprire le meraviglie della natura dei Peloritani, non vi è nulla di meglio che esplorare la Riserva Naturale Orientata di Fiumedinisi e Monte Scuderi, istituita dalla Regione Siciliana nel 1998, che contiene in sé una summa di tutte le valenze paesaggistiche ed antropiche, che hanno determinato la storia di questa parte del territorio messinese. L’area protetta si estende in una parte del versante ionico dei Peloritani e presenta affioramenti di rocce di grande interesse geologico, ricche di minerali. Il territorio è attraversato da “fiumare”, profonde valli fluviali in cui scorrono torrenti stagionali, carichi di acque tumultuose nel periodo invernale. Quest’area protetta riserva non poche sorprese all’appassionato naturalista: bellissimi esemplari di erica arborea fanno da contrappunto a boschi di tutte le specie di roverella conosciute in Sicilia, che occupano i valloni delle altre aree più basse della Riserva. Nelle diverse vallate, man mano che si sale in quota, al di fuori dei corsi d’acqua e sino ai 600-800 metri s.l.m. domina la vegetazione a roverella, alla quale si associano il bagolaro, il castagno, il noce nostrano ed il gelso nero. La flora al di sopra degli 800 metri è rappresentata dal leccio, dalla carpinella, dall’acero fico, dall’acero montano, dal rovere, dall’agrifoglio e dall’alloro. I terreni che invece hanno subito maggiormente la presenza dell’uomo sono coperti da una vegetazione arbustiva dominata da erica arborea, biancospino, ginestra dei carbonai, citiso e spazio villoso. Il microclima particolare delle valli crea le condizioni per l’insediamento di piante endemiche e rare, tra cui il tiglio nostrano che riveste eccezionale interesse dal punto di vista naturalistico e scientifico. Tra questi boschi vive una fauna tipicamente silvana: fra i predatori troviamo gatti selvatici, volpi, martore e donnole e fra le prede, conigli selvatici, micromammiferi arboricoli come il quercino ed il ghiro. Presenti anche animali del sottobosco come il topo selvatico, il riccio, l’ arvicola di Savi e il toporagno di Sicilia. Sui Peloritani passa la colonna migratoria di uccelli in transito sullo Stretto di Messina: da qui si avvistano i falchi beccaioli. Tra i moltissimi rapaci nidificanti ricordiamo il velocissimo falco pellegrino, la poiana molto diffusa in Sicilia, lo sparviero, i vari nibbi, oggi sottoposti a particolare tutela ed il gheppio che caccia nelle aree aperte. Nei versanti più asciutti e aperti, l’istrice trova il suo ambiente congeniale. Valloni e fiumare ospitano una fauna variegata: le lucertole (la più comune campestre è la siciliana), i ramarri dalla smagliante livrea smeraldina, i gongiri (simili alle lucertole, ma con corte zampette), gli emidattili e i gechi dal corpo tozzo e dalla pelle verrucosa. Tra i serpenti si possono incontrare il nerissimo biacco, il saettone, la biscia d’ acqua e la vipera. Qui nidificano anche l’aquila reale e la rara coturnice di Sicilia, specie minacciata, citata nel decreto istitutivo come una delle principali motivazione per la realizzazione della riserva.

Consigli per viaggiatori

Muoversi in zona

Orari degli autobus - AST (Azienda Siciliana Trasporti)

Partenze da Fiumedinisi per Messina: 06:25, 15:30 Partenze da Fiumedinisi per Nizza di Siclia: 07:25, 12:20 Partenze da Messina per Fiumedinisi: 10:45, 13:20, 14:10, 17:00